Musk arriva (troppo tardi?) all’appuntamento con le AI

Anche Elon Musk prepara la sua AI per competere con OpenAI e ChatGPT. Secondo il Financial Times la società che si occuperà di creare la nuova intelligenza artificiale generativa, chiamata X.AI, è stata fondata con sede in Nevada già il mese scorso dal miliardario di origini sudafricane.

Qualche tempo prima Musk aveva pubblicato una lettera aperta – insieme ad altri esponenti di spicco del mondo della tecnologia – per chiedere di fermare i progressi per sei mesi. Tempistiche quantomeno sospette, se contemporaneamente Musk stava fondando la sua compagnia in gran segreto.

E stava assumendo personale specializzato nell’ingegneria delle intelligenze artificiali dalle compagnie rivali di Google e OpenAI. Proprio mentre licenziava migliaia di lavoratori di Twitter.

Elon Musk si è mosso troppo tardi nella corsa alle intelligenze artificiali? Rivediamo i sui suoi errori di valutazione degli scorsi anni, e come sta cercando di porvi rimedio.

Il “figliol prodigo” dell’intelligenza artificiale

Musk era, insieme Sam Altman, tra i co-fondatori di OpenAI nel dicembre 2015. L’imprenditore miliardario, fondatore di Tesla e Space X, aveva intuito il potenziale esplosivo dell’idea che anni più tardi avrebbe condotto alla creazione di ChatGPT, la più famosa intelligenza artificiale generativa.

Nel 2018 Elon Musk ha lasciato OpenAI e tutte le cariche che ricopriva all’interno della società. Alla base del ritiro del tycoon ci sarebbe stato un conflitto d’interessi potenziale, tra il ramo della Tesla che si occupava dell’intelligenza artificiale per la guida autonoma e la stessa OpenAI.

Un anno dopo OpenAI, da fondazione no profit è diventata una società con scopo di lucro limitato. Alla ricerca di capitali d’investimento, la società di Altman – che non vede di buon occhio la recente entrata di Musk nel mondo delle AI – trova Microsoft, che investe subito un miliardo di dollari, per poi investirne altri dieci nel 2023.

Insomma, Elon Musk si starebbe comportando da figliol prodigo dell’intelligenza artificiale, pentendosi di avere abbandonato il progetto ChatGPT prima che prendesse forma per poi tornare sui suoi passi e fondare la nuova societa X.AI. Altri potrebbero argomentare che il miliardario cercasse di ottenere un profitto dallo sviluppo delle intelligenze artificiali, e sarebbe stato scoraggiato dalla natura no profit originaria di OpenAI.

L’App totale

Nei progetti di Elon Musk, l’intelligenza artificiale sarà uno dei tasselli per la creazione dell’App totale. Sull’esempio di WeChat, il social network che regola quasi ogni aspetto della vita – compresi i pagamenti virtuali – in Cina.

L’acquisto di Twitter, l’endorsement sui Dogecoin (LINK INTERNO) e lo sviluppo di un’intelligenza artificiale competitiva potrebbero essere tre tasselli di uno stesso piano generale, volto a creare un’App totale per l’Occidente con pagamenti in criptovalute.

Il logo di WeChat, la prima “App totale” lanciata in Cina

«Penso che un’app del genere sarebbe davvero utile – ha dichiarato Musk. E solo l’utilità di una sorta di cosa senza spam in cui puoi fare commenti, puoi pubblicare video… penso che sia importante per i creatori di contenuti avere una quota di compartecipazione alle entrate»

Chi trova una X trova un tesoro

Quando si parla di Elon Musk, poche cose sono sicure. Tranne una: la sua propensione a mettere delle “X” nei nomi delle sue società. X.AI, SpaceX, X Corp (la nuova Twitter Inc.) che è controllata curiosamente dalla X Holdings Company e X.com, la vecchia PayPal. E persino uno dei figli di Musk si chiama X Æ A-12.

«La X sta per l’incognita x – ha confessato la ex moglie, la cantante canadese Grimes – la Æ è la mia translitterazione elfica di AI, che sta per amore e/o intelligenza artificiale». Infine A-12 è riferito all’aereo militare Lockheed A-12, «il nostro velivolo preferito».

Per la creazione dell’intelligenza artificiale di X.AI, comunque, Musk si sarebbe già assicurato la collaborazione di molti ex dipendenti del progetto di OpenAI e di Deep Mind – il progetto di Google che ha posto le basi per la creazione di Bard.

Come riportato dal Financial Times, il miliardario è il direttore unico della società X.AI. Forse per non ripetere gli stessi errori del passato. Stavolta non ci sarà un altro Sam Altman a ostacolare i suoi piani.

Ivan Torneo

Giornalista praticante. Siciliano trapiantato a Milano. Motivato, eclettico, curioso. Laurea Magistrale in Scienze Cognitive e Teorie della Comunicazione. Il mio obiettivo è il giornalismo televisivo, la mia motivazione incrollabile.

No Comments Yet

Leave a Reply