Regno Unito, Scozia e Galles al voto. Un test per Brexit e Boris Johnson

Galles Scozia

Per Brexit e Boris Johnson le conferme passano dalle elezioni locali. Il 6 maggio, nel Super Thursday, nel Regno Unito si votano il sindaco di Londra e migliaia di amministratori locali. Scozia e Galles devono rinnovare poi il parlamento regionale. In palio potrebbe esserci il futuro dell’intera Gran Bretagna.

La Scozia verso una possibile indipendenza

Glascow è cambiata. Al referendum sull’indipendenza del 2014 il 55% degli scozzesi ha votato per rimanere nel Regno Unito. L’allontanamento dall’Unione Europea ha però complicato i rapporti con Londra. Come, del resto, sta avvenendo anche in Irlanda del Nord. Per questa ragione le elezioni del 2021, le prime dopo Brexit, sono le più incerte e le più cruciali.

I sondaggi danno come favorito il centrosinistra: il primo gruppo politico sembra essere il Partito Nazionalista Scozzese (SNP), fortemente europeista e legato all’attuale prima ministra Nicola Sturgeon. La vera incognita riguarda il distacco dai rivali. Se il SNP dovesse avere una larga maggioranza, potrebbe infatti chiedere al governo centrale di Boris Johnson, di indire un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia.

La situazione non è però tutta in discesa. Nonostante l’ottima gestione della pandemia, il partito di Sturgeon ha infatti subito un calo di consensi. A causa delle divisioni interne, anche su un eventuale futuro europeo. Ma soprattutto lo scandalo politico del 2018 sulle accuse di violenza sessuale all’ex primo ministro, Alex Salmond. Scagionato nel 2020, ma ritornato agli onori della cronaca a inizio anno. Secondo i sondaggi, i voti perduti resteranno comunque a sinistra. Al Partito Laburista, tradizionalmente molto forte fuori dall’Inghilterra e ai Verdi.

Galles Scozia
La prima ministra scozzese Nicola Sturgeon
Il caso del Galles

Primo per annessione al Regno Unito, il Galles non ha mai avuto particolari pretese d’indipendenza come la Scozia. Nel 2018 il voto nelle valli aveva premiato in maggioranza Brexit. Nel 2021 anche a Cardiff però il rinnovo del Senedd, il parlamento locale composto da 60 membri, potrebbe portare a esiti incerti. I Laburisti gallesi del primo ministro Mark Drakeford vantano 29 seggi. E sperano di confermarsi al governo. Al momento la maggioranza del Muro Rosso del sud est della regione è piuttosto limitata. Dipende infatti da altri due seggi garantiti dall’appoggio di un piccolo partito e di un membro indipendente del parlamento.

Anche qui la buona gestione della pandemia gioca a favore di Drakeford. Molti seggi sono però in bilico e le spinte europeiste sono molto più forti che in passato. Per evitare il Partito Conservatore, che attualmente ha 10 seggi, al Labour potrebbe prospettarsi un’alleanza obbligata con il Galles Plaid Cymru, favorevole all’indipendenza. Dalle urne, in quel caso, potrebbe uscire una vicinanza alle posizioni scozzesi, preoccupante per Londra.

Giorgia Colucci

Classe 1998, vivo tra Varese e Milano, ma mi appassiona il mondo. Curiosa su tutto, scrivo di ambiente, di diritti e di casa mia su Il Fatto Quotidiano.it. Oltre a collaborare con Master X, parlo di rock ai microfoni di Radio IULM e di Europa a quelli di Europhonica. Per non farmi mancare niente, anche di cinema su Recencinema.it. Nel 2018 ho pubblicato "Vorrei mettere il mondo in carta", una raccolta di poesie per I Quaderni del bardo Edizioni

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