La battaglia della capitale: Kiev è sotto assedio

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Tensione massima a Kiev. I paracadutisti russi sono atterrati nell’area dell’aeroporto di Gostomel, una trentina di chilometri a nord-ovest della capitale ucraina, che ora è assediata da ovest. Sono in corso combattimenti anche nel quartiere settentrionale di Oblonsky e nella città portuale di Maiupol, nel Donbass.

Putin ha esortato l’esercito ucraino a prendere il potere a Kiev, rimuovendo il presidente in carica, Volodymyr Zelensky, e “quella banda di drogati e neonazisti” (queste le parole con cui Putin ha definito le autorità ucraine). Secondo il leader del Cremlino, infatti, ciò favorirebbe le trattative con Mosca: «Sarà più facile per voi trovare un accordo con noi», ha detto il presidente, citato da Interfax, rivolgendosi all’esercito di Kiev.

Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha dichiarato che la città è in assetto difensivo. 18mila fucili sono stati consegnati ai volontari che si stanno preparando per difenderla e chiede agli abitanti della capitale ucraina di fare scorte di acqua, generi alimentaribeni di prima necessità. Il presidente Zelensky ha invitato gli europei che “hanno esperienza di guerra” a “venire a combattere in Ucraina”. Secondo le ultime previsioni dell’intelligence Usa, Kiev potrebbe cadere in mano russa nel giro di pochi giorni.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky
L’offerta di pace

Mentre le manovre militari vanno avanti, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky offre a Putin la possibilità di avviare un negoziato. Dalla controparte arrivano segnali contrastanti ma il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, fa sapere che Mosca sarebbe disposta a negoziare con l’Ucraina a Minsk. Anche Pechino caldeggia una soluzione negoziale. Intanto, l’Unione Europea si prepara a congelare gli asset del presidente Putin e del ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, nel suo pacchetto di sanzioni.
L’Onu è “seriamente preoccupato” per la situazione in Ucraina e sta ricevendo un crescente numero di segnalazioni di vittime civili: lo ha detto la portavoce dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Ravina Shamdasani.  L’Alto Commissario ha sottolineato che «gli Stati che non prendono tutte le misure ragionevoli per risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici non rispettano il loro obbligo di proteggere il diritto alla vita».

Bilancio delle vittime

Al momento, non è ancora disponibile un bilancio dei morti dopo il primo giorno e le prime due notti di attacchi e bombardamenti. Da parte sua, però, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso noto che 137 soldati ucraini sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione russa e 316 sono rimasti feriti. Inoltre, secondo quanto riportato dall’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, almeno 25 civili sono stati uccisi e altri 102 sono rimasti feriti.

La cronistoria

La Russia ha ufficialmente dichiarato guerra all’Ucraina lanciando alle 04.00 del mattino del 24 febbraio 2022 una operazione militare sulle città di Kiev, Odessa, Kharkiv e altre città.

Il primo a riportare la notizia di esplosioni e attivazione delle sirene antiaereo è stato Matthew Chance, inviato della CNN che ha indossato praticamente in diretta il giubbotto antiproiettile e l’elmetto.

LE DICHIARAZIONI DI PUTIN

«Ho preso la decisione di un’operazione militare perché un allargamento della Nato ad est è inaccettabile. Non è comunque nei piani russi l’invasione totale dell’Ucraina» ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione. Dichiarazioni che stridono con quanto dimostrato con le prime azioni militari, ma soprattutto con le successive parole dello stesso Putin, che sanno di minaccia verso il mondo. «Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto. Spero di essere ascoltato» sono state le poco rassicuranti parole del leader russo. 

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Vladimir Putin, leader russo, ha dichiarato guerra all’Ucraina
LE REAZIONI DEI LEADER MONDIALI

Unanime lo sdegno mondiale per l’aggressione verso l’Ucraina, con il presidente Volodymyr Zelens’kyj che ha fermamente ribadito che il paese non è disposto a piegarsi nonostante l’operazioe militare intrapresa dalla Russia: «È necessaria la calma da parte vostra, se possibile, restate a casa. Stiamo lavorando. L’intero settore della sicurezza e della difesa dell’Ucraina sta funzionando. Niente panico, siamo pronti a tutto e sconfiggeremo tutti» ha rassicurato. 

Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha rassicurato in una telefonata Zelens’kyj, affermando di aver avuto una conversazione telefonica col leader ucraino: «Il presidente Zelensky mi ha chiamato stasera e abbiamo appena finito di parlare. Ho condannato questo improvocato e ingiustificato attacco delle forze militari russe. L’ho informato dei passi che stiamo prendendo per condannare l’azione a livello internazionale, incluso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.»

LE AZIONI MILITARE E I BILANCI TEMPORANEI DEGLI ATTACCHI

La Russia ha chiarito di non voler colpire i civili con le proprie azioni militari, ma di voler cercare di demilitarizzare l’Ucraina. L’operazione, a detta di Putin, ha solo l’obiettivo di impedire la riaggressione delle province di Luhansk e di Donetsk, che pochi giorni fa erano state ufficialmente riconosciute come indipendenti dalla Russia. Parole che non sembrano però trovare conferma, dato che l’attacco eseguito improvvisamente è stato violentissimo ed ha preso di mira i centri cittadini di svariate città e non “asset militari e basi aeree”. 

LA STIMA DELLE PRIME VITTIME E DEI DANNI

Il bilancio temporaneo è di cinque aerei abbattuti e sette vittime, a seguito dei bombardamenti. Inoltre le forze di frontiera ucraine avvertono che l’assalto è iniziato anche con mezzi di terra, contrassegnati dalle ormai note Z sui veicoli: «Veicoli militari russi, compresi blindati, hanno violato il confine nelle aree di Chernigiv (confine settentrionale bielorusso), Soumy (confine nord-orientale), Lugansk e Kharkiv (confine orientale)» hanno comunicato i soldati ucraini.

LE POSSIBILI CONSEGUENZE

La condanna praticamente unanime del mondo verso le azioni militari russe, tra cui si anche l’invito della Cina a stare calmi, fondamentale a livello diplomatico nello scacchiere mondiale, porterà inevitabilmente a delle conseguenze pesantissime. Le sanzioni, già promosse dall’Occidente, saranno di natura sicuramente economica. La Germania, ad esempio, già nella giornata del 23 febbraio aveva comunicato lo stop al gasdotto Nord Stream2. C’è la chiara possibilità di interventi militari, ma è stato fatto intendere che saranno utilizzati solo come extrema ratio nel caso di mancata sospensione delle operazioni. In tal caso, ça va sans dire, il rischio di una escalation militare stile guerra mondiale toccherebbe livelli mai visti dal dopoguerra ad oggi.

Umberto Maria Porreca

Sono volato dalla più profonda costa Abruzzese a Milano col sogno del giornalismo sportivo nel cassetto e poche certezze nelle tasche e nella testa. Mio padre mi voleva ingegnere, ma la matematica non sarà mai il mio mestiere. Amante della musica italiana e del buon cibo da ovunque esso provenga, ho scritto per due anni per il settimanale di calcio giovanile lombardo/piemontese Sprint&Sport e ho collaborato con The Shot, testata di basket. Lo sport (parlato, non praticato) è il mio pane e la mia vita è stata profondamente influenzata da Andriy Shevchenko. Inseguo il mio sogno sulle note di Fabrizio De Andrè.

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