Jan Marsalek, la spia al servizio di Putin che potrebbe sabotare la Nato

Quella di Jan Marsalek sembra una delle classiche spy stories della Guerra Fredda. Dall’ambientazione – la Russia, ex Unione Sovietica – agli oscuri protagonisti. Ma la vicenda si sta svolgendo proprio in questi giorni. E, come è spesso accaduto lo scorso secolo, potrebbe avere delle gravi ripercussioni sul blocco occidentale. In particolare, sul sistema criptato di comunicazione della Nato.

Cosa è successo

Jan Marsalek, manager austriaco della fintech tedesca Wirecard, è fuggito da qualche giorno in Russia. Le accuse nei suoi confronti sono piuttosto pesanti: avrebbe favorito la raccolta di informazioni (in alcuni casi anche con il furto di cellulari) di occidentali invisi al regime di Vladimir Putin. Ma c’è dell’altro: avrebbe anche preso parte all’organizzazione di omicidi da parte di servizi russi – segreti o deviati – sempre in Paesi del Vecchio Continente.

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Jan Marsalek, ex manager della Wirecard

Nelle pieghe delle indagini si è scoperto che Marsalek sarebbe riuscito a inviare in Russia anche un computer sui generis. Si tratta del laptop Sina, uno speciale hardware con un sistema di criptazione usato anche dalla Nato. Circostanza che, se verificata, potrebbe rivelarsi un vero e proprio Cavallo di Troia per Vladimir Putin.

Enigma

L’interrogativo che molti analisti si stanno ponendo è il seguente: è possibile che il sistema di sicurezza nelle comunicazioni della Nato sia stato bucato senza che se ne abbia contezza? Per scoprirlo è utile ricordare la vicenda di Enigma, una storia molto simile a quella di Marsalek. Anche se di tutt’altra natura e morale.

 

Grazie anche al film The Imitation Game, è diventata celebre la storia di Alan Turing, il matematico inglese che aiutò il governo britannico a decriptare i messaggi che i nazisti si scambiavano attraverso la macchina Enigma.

Corsi e ricorsi

Ma, forse, non tutti sanno che fu un matematico polacco, Marian Rejewski, a ricostruirne fisicamente un esemplare. E che fu lui stesso a consegnarlo ai servizi segreti franco-inglesi nell’estate del ‘39. Poche settimane prima dell’invasione della Polonia. Un’altra porzione di macchina Enigma, invece, fu recuperata da un sommergibile U 33 affondato dagli inglesi già il 12 febbraio del ‘40. Il contributo di Rejewski si rivelò dunque fondamentale perché diede vitali mesi di anticipo a un’Inghilterra ancora molto incerta sul fronte della guerra

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La statua di Marian Rejewski a Bydgoszcz, città natale del matematico polacco

Lo sconosciuto matematico polacco contribuì a rimettere ordine in un conflitto molto incerto. Soprattutto perché le prime informazioni gli erano giunte tramite un agente segreto tedesco che lavorava per i francesi. In questo modo gli alleati entrarono in guerra con questo vantaggio, non banale, di essere già a conoscenza del segreto principale della comunicazione del nemico. Circostanza che oggi non può lasciare tranquilla la Nato. Soprattutto in ottica di una possibile invasione da parte della Russia di Putin.

 

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

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