Francia: lo sciopero delle pensioni blocca il paese

Manifestazioni per l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni: bloccati i trasporti, la scuola e l’energia. Macron: «Misura impopolare, ma va attuata»

Migliaia di francesi in piazza a Parigi e nelle altre città per le pensioni

Sono iniziati nella giornata di ieri in tutto il paese, riguardando trasporti ferroviari, aerei e metropolitani, nonché le scuole ed il settore energetico. Gli scioperi e le manifestazioni stanno bloccando la Francia per protestare contro la riforma delle pensioni. Il governo Macron prova ad introdurre l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni a partire dal 2030. Migliaia i manifestanti in tutte le principali città d’oltralpe: 50mila a Nantes e Bordeaux, 40mila a Lione, a Marsiglia il dato oscilla tra i 146mila della Confédération générale du travail (CGT) e i 26mila della Prefettura.

Le stime di CGT

Il culmine, ovviamente, a Parigi, dove un corteo straordinario – 400mila le stime di CGT, 80mila quelle della Prefettura – è sfilato da République a Nation, passando per Bastille. La celeberrima trovata del maggio parigino, «Pensione/Miseria/cimitero», – «Sous les pavés, la plage» (sotto i sanpietrini, c’è la spiaggia) – nelle proteste di ieri è diventato «sous les pavés, la rage» (la rabbia).

L’adesione dei sindacati

Alle proteste hanno aderito, per la prima volta in dodici anni, tutti gli otto principali sindacati francesi. CFDT, CGT, FO, CFE-CGC, CFTC, UNSA, Solidaires e FSU hanno indetto gli scioperi dopo la presentazione della proposta di legge della prima ministra Élisabeth Borne lo scorso 10 gennaio. Il disegno di legge è stato presentato dopo settimane di trattative inconcludenti tra il governo ed i sindacati: un fallimento definito da Le Monde «dialogo tra sordi». Oltre che l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni dal 2030, la proposta di legge prevede l’anticipazione dal 2035 al 2027 della legge Touraine. La normativa aumenterebbe di un anno il periodo per cui è necessario versare contributi per andare in pensione, e l’abolizione di alcuni regimi pensionistici speciali, oltre a una serie di altre misure.

Dure le proteste da parte di sindacati

Macron, che ieri non ha rilasciato dichiarazioni perché a Barcellona a firmare il trattato Francia- Spagna, aveva già provato a riformare il sistema pensionistico francese nel 2019. La proposta all’epoca fu ritirata a causa dello scoppio del Covid, provocando numerose manifestazioni in tutta la Francia. Il disegno di legge attuale è stato accolto favorevolmente dal centrodestra: grazie ai voti dei Républicains, infatti, il governo avrebbe i numeri per farlo passare in Parlamento. Dure invece le contestazioni sia dall’estrema destra che dalla sinistra, che la ritengono ingiusta e sfavorevole alla classe media e alla fascia meno abbiente della popolazione. Diverse però le forme di dissenso.

Rassemblement National e France Insoumise

Il Rassemblement National promette battaglia all’Assembléè nationale, dove si sposterà lo scontro successivamente alla nuova versione della riforma, che verrà presentata il 23 gennaio in Consiglio dei ministri, con dieci articoli in più della prima stesura. Oggi invece è il turno di scendere in piazza per la France Insoumise: una “marcia di protesta”, con le organizzazioni dei giovani parigini. Il suo leader, Jean-Luc Mélenchon, ieri a Marsiglia per le proteste, dice che gli scioperi sono «una battaglia già persa per il governo». Gli altri componenti della Nupes, (l’alleanza di partiti di sinistra ed ecologisti, cui aderiscono Ps, Verdi e Pcf) non hanno partecipano alle proteste.

I costi sempre più alti del sistema pensionistico francese

Il sistema pensionistico francese è fonte di dibattito interno da anni. Seppur meno costoso in proporzione di quello italiano, (nel 2020 è costato il 13,6% del PIL, contro il 15,6% nostrano), rimane mediamente molto più caro della media europea. In Francia esistono 42 regimi pensionistici diversi, con innumerevoli differenze nelle agevolazioni e nei trattamenti delle singole categorie. Secondo BFM Patrimoine, tale sistema rischierebbe sul lungo periodo di tornare in deficit, come successo nel 2020 per l’ultima volta. Il presidente Macron nel suo tradizionale discorso di Capodanno ha definito la sua proposta di legge come una «misura impopolare, ma necessaria: perché il patto tra generazioni vada rispettato, la riforma va attuata».

L’obiettivo del governo francese

Il governo francese vorrebbe sostanzialmente spendere meno in pensioni. L’obiettivo, alzando l’età pensionabile da 62 a 64 anni, è ritardare l’erogazione dell’assegno pensionistico. Con l’anticipazione della legge Touraine, invece, si punta ad allargare il periodo di versamento dei contributi, rendendo il sistema delle pensioni più agevole per le casse statali.

Pochi scontri, disagi nei trasporti e nella scuola. A Gravelines scioperano nella centrale
nucleare

Ridotti comunque gli incidenti, a dispetto dei timori iniziali della vigilia. 38 le persone fermate a Parigi, dove 3500 unità della polizia sono state schierate dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin. La Prefettura non è riuscita ad evitare qualche scontro. La prima ministra Borne si è congratulata comunque per lo svolgimento tendenzialmente pacifico delle proteste. Le adesioni più importanti allo sciopero sono avvenute nelle scuole e nei trasporti: i maggiori disagi hanno riguardato treni e metropolitane. Moltissimi i treni regionali e nazionali che hanno subito ritardi o variazioni: alle proteste hanno aderito metà dei dipendenti della SNCF, la Società nazionale delle Ferrovie. A Parigi una linea metropolitana è stata momentaneamente sospesa ed altre 12 stanno subendo cambiamenti. Nell’aeroporto di Parigi Orly, invece, un volo su cinque è stato cancellato nella giornata di ieri.

I disagi nell’industria energetica

Molteplici i disagi anche nell’industria energetica. La produzione di energia elettrica è calata drasticamente, per la partecipazione dei lavoratori del settore pubblico di Edf. La CGT ha affermato che tra il 70% e il 100% dei lavoratori della multinazionale francese TotalEnergies sta scioperando. Il personale della centrale nucleare di Gravelines, a nord di Calais, vicino al canale della Manica, ha inoltre aderito alle proteste. Un altro settore fortemente interessato dagli scioperi è l’istruzione. Secondo il sindacato dei lavoratori delle scuole primarie, il 70% degli impiegati nelle scuole elementari e materne sta scioperando in questi giorni. Tale percentuale scende invece al 65% per i lavoratori delle scuole secondarie. In Francia nel 2018, all’epoca dei gilet gialli, nelle scuole primarie aveva aderito meno del 50% del personale.

La CGT annuncia ulteriori scioperi. Nelle raffinerie previste manifestazioni fino a febbraio

Lo scontro tra i sindacati, partiti e governo francese è comunque solo agli inizi: il progetto di legge sarà discusso in Parlamento tra febbraio e marzo. Per il governo adesso è il momento di contenere le proteste, evitando il blocco del paese. L’opinione pubblica è ampiamente dalla parte della protesta. Il piano di Macron, nelle proteste dei gilet gialli e del 2019, è stato lasciar agire le manifestazioni, aspettando un calo di motivazione dei manifestanti. La situazione sociale è però potenzialmente più esplosiva di allora: il prezzo del carburante, che fece scattare le manifestazioni del 2018, ora è molto più alto di cinque anni fa.

Le preoccupazioni dei cittadini francesi

Lo scontro sulle pensioni riflette probabilmente tutte le preoccupazioni del cittadino francese di oggi: l’inflazione, i salari che non crescono, il lavoro sempre più disumano, lo stress post traumatico da Covid, la guerra che incombe in Europa. Così si spiegano anche le migliaia di giovani in piazza a Parigi, Nantes, Marsiglia e Lione. Nella serata di ieri i leader sindacali – gioiosi per gli «oltre due milioni di francesi» che li hanno seguiti in piazza (1,2 milioni secondo i dati ufficiali) – hanno annunciato una seconda giornata generale di mobilitazione, prevista il 31 gennaio. La CGT aveva già organizzato ulteriori due giorni di scioperi nelle raffinerie il 26 e il 27 gennaio e un terzo blocco di tre giorni, dal 6 all’8 febbraio.

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