Ripresa dell’economia italiana, seppur moderata, insieme ad alti livelli di deficit e debito. Livelli che richiedono il ritiro immediato di misure anti-crisi temporanee ma inefficienti, a cominciare dal Superbonus. È questo, in sintesi, il contenuto del rapporto stilato il 20 maggio dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Una «dichiarazione conclusiva» che arriva al termine della missione in Italia, che ha visto gli esperti di Washington presenti nel nostro Paese per due settimane.
Pil e inflazione
Secondo le previsioni del Fmi, il Prodotto interno lordo aumenterà dello 0.7% nel 2024 e nel 2025, dopo il +0.9% registrato lo scorso anno. Una performance positiva, per quanto inferiore alle stime di governo e Commissione europea, segno che l’Italia si è ripresa dalla crisi pandemica e da quella energetica, spinta dal turismo e dalle politiche di sostegno all’economia. Dopo un temporaneo rallentamento nel 2026 e nel 2027, con il completamento del Pnrr, la crescita dovrebbe tornare al suo potenziale negli anni successivi.
Buone notizie anche sul fronte inflazione: i prezzi sono previsti in calo, nel 2024, a una media dell’1.7%, per poi rientrare nell’obiettivo del 2% durante l’anno successivo.
La zavorra del debito
La politica fiscale espansiva ha però i suoi effetti negativi. Come sottolinea il Fondo, «ha mantenuto il deficit e il debito molto alti, elevando il premio di rischio dell’Italia». In altre parole, il nostro Paese dovrà pagare più interessi sui titoli di Stato che emette. Una criticità, dovuta ai «generosi» crediti di imposta per le ristrutturazioni edilizie, cui si associa un effetto di freno per gli investimenti privati.
Problematiche anche sul fronte degli istituti di credito: per il momento il sistema bancario resta solido, ma con l’esaurirsi delle misure di sostegno eccezionali potrebbe cominciare un periodo di instabilità. Motivo per cui i tecnici dell’istituto auspicano un utilizzo degli attuali profitti bancari per rafforzare la resilienza in caso di shock futuri.
Le raccomandazioni
Insieme alle previsioni, il rapporto del Fondo contiene una serie di raccomandazioni. Anzitutto, all’Italia è richiesto di sostituire il taglio del cuneo fiscale e i sussidi alle assunzioni con misure che aumentino la produttività del lavoro in modo permanente. E poi, è auspicato un rialzo dell’età effettiva di pensionamento, insieme a una razionalizzazione della spesa pensionistica. Il tutto per ampliare la forza lavoro, soprattutto in termini di occupazione femminile, e far fronte al tema della denatalità.
Tra le raccomandazioni, richiesta anche l’attuazione «puntuale ed efficace» del Pnrr e il ritiro di «misure di crisi inefficienti e temporanee». Un chiaro riferimento al Superbonus: il Fondo auspica una migliore supervisione sui crediti d’imposta per «ottenere un aggiustamento di bilancio più rapido del previsto».
Il capitolo Superbonus
Quanto ai bonus edilizi, «lo stimolo alla crescita dai crediti d’imposta immobiliari è stato piuttosto limitato in proporzione alla taglia delle risorse impiegate», si legge nel rapporto. In altre parole, il Superbonus ha prodotto ben poco rispetto ai costi. Questo perché ha innescato una serie di distorsioni tra cui «consistenti sconti in fattura», «accresciuti aggiustamenti al rialzo dei prezzi delle costruzioni» e «abuso di fondi pubblici». Distorsioni che hanno avuto un effetto dirompente sui conti pubblici e che ora rendono necessario, a detta del Fondo, il completo ritiro della misura.