L’euro digitale è una proposta che sta guadagnando sempre più attenzione. Al momento, la maggior parte delle transazioni economiche avviene per contanti o pagamenti digitali, intermediati da banche commerciali. La nuova moneta della Banca Centrale Europea (Bce) consentirebbe invece transazioni dirette tra parti senza intermediari, rendendo più veloci e convenienti i pagamenti. Da mesi ne stanno discutendo politici, economisti ed esperti finanziari in Europa.
Una moneta più sicura (ma con dei rischi)
Una delle caratteristiche fondamentali dell’euro digitale è la sicurezza. Utilizzando tecnologie avanzate come la crittografia e la blockchain, verrebbe garantita l’integrità e la protezione dei dati finanziari degli utenti. Ciò contribuirebbe a prevenire frodi e violazioni della privacy, fornendo una maggiore tranquillità agli utenti. Inoltre, faciliterebbe l’inclusione finanziaria, offrendo a chiunque con accesso a un dispositivo elettronico la possibilità di partecipare all’economia digitale. Ciò sarebbe particolarmente vantaggioso per le persone non bancarizzate o con limitato accesso ai servizi finanziari tradizionali. Non mancano però alcuni rischi, come potenziali attacchi e violazioni. Per questo motivo, la Bce sta conducendo una serie di studi e sperimentazioni per valutare tutti gli effetti potenziali dell’euro digitale. La decisione finale non è ancora stata presa, ma l’interesse e la discussione intorno all’argomento sono in continua crescita.
Le decisioni della Banca Centrale
L’avvio di un’analisi per la realizzazione dell’euro digitale è partita nel luglio 2021. Lo scorso 7 novembre, Christine Lagarde ha dichiarato davanti alla Commissione del Parlamento Europeo a Bruxelles che «l’euro digitale non è un progetto a sé stante, limitato al settore dei pagamenti». Secondo la presidente della Banca Centrale «si tratta piuttosto di un’iniziativa veramente europea che tocca varie politiche e investe la società nel suo complesso». Sul suo sito, la Bce parla dell’introduzione dell’euro digitale come risposta «alla crescente domanda di pagamenti elettronici sicuri e affidabili». Quest’ultimo, si legge, «sarebbe accessibile, solido, sicuro, efficiente e aderente alla normativa». La Bce si è data tempo fino all’autunno 2023 per decidere se passare alla fase realizzativa. In quel caso, avrebbe inizio una nuova fase, dalla durata di circa tre anni, propedeutica all’emissione della nuova moneta.
Il futuro dei depositi bancari
L’euro digitale, come detto, offrirebbe numerosi vantaggi in termini di sicurezza e inclusione finanziaria. A differenza della banconote tradizionali, utilizzerebbe un metodo di pagamento digitale, non legato a intermediari come le banche, ma garantito direttamente dalla Bce. Un sistema così, secondo la relazione annuale di Bankitalia, però «potrebbe determinare cambiamenti nella struttura della raccolta bancaria, se le sue caratteristiche fossero tali da indurre i cittadini a detenerlo in sostituzione dei depositi». In altre parole: la crisi degli istituti di credito. «Per contenere i possibili effetti che questa sostituzione avrebbe sulla trasmissione della politica monetaria e sulla stabilità finanziaria, l’Eurosistema sta valutando diverse soluzioni», cerca di rassicurare Bankitalia. Per il corretto funzionamento della nuova moneta, sarà dunque necessario garantire un sistema monetario digitale stabile e resiliente nel futuro. Da qui la cautela della Banca Centrale Europea.