Polemiche alla Buchmesse, Saviano ci sarà ma non invitato dal governo italiano

Roberto Saviano sarà presente alla 76° edizione della Buchmesse, la Fiera del libro di Francoforte. Ma non sotto invito del governo italiano, che lo aveva recentemente escluso. Lo scrittore italiano, dopo le polemiche nazionali ed europee per l’esclusione, è stato invitato da Jürgen Boss, presidente della manifestazione.

La polemica

Il rapporto del governo italiano con i libri continua a essere complesso. Dopo le polemiche legate al Premio Strega e quelle del Salone del Libro di Torino, ora è il turno della Buchmesse, la fiera del libro di Francoforte.

Al centro dello scandalo, Roberto Saviano, già in rotta giudiziaria con Giorgia Meloni e finito sotto i riflettori a Torino per la presentazione insieme a Salman Rushdie in cui lo scrittore britannico aveva definito la premier  “infantile”.

Ora, Saviano non è stato incluso nella lista di autori italiani selezionati da Mauro Mazza, il commissario designato dal governo per coordinare la presenza di Roma alla Buchmesse. Il tema della lista presentata è Radici nel futuro. Tra gli scrittori invitati,  Alessandro Baricco, Pietrangelo Buttafuoco, Giulia Caminito, Gianrico Carofiglio, Aldo Cazzullo, Paolo Cognetti, Emanuele Trevi, Sandro Veronesi e tanti altri.

Durante la conferenza stampa di presentazione, un giornalista tedesco ha chiesto a Mauro Mazza se Saviano fosse stato escluso per le sue posizioni critiche nei confronti dell’esecutivo. Il commissario aveva glissato con un generico: «abbiamo scelto autori le cui opere sono integralmente originali». Per poi aggiungere che Antonio Scurati era stato invitato ma aveva preferito rifiutare, così come Alessandro Piperno e Paolo Giordano.

Saviano ha dichiarato di essere «fiero di non essere stato invitato da quello che ritengo il più ignorante governo della Storia Italiana». Ha poi aggiunto che  le motivazioni sono «risibili», in quanto tanti degli invitati sono spesso in Tv che «sono popolari e partecipano frequentemente al dibattito pubblico».

Le reazioni della letteratura italiana

Paolo Giordano ha scritto su Instagram che la prima cosa che ha fatto dopo aver ricevuto l’invito è stata proprio di chiedere a Roberto Saviano se fosse stato invitato. Dopo aver capito di no,  ha detto di essersi «fabbricato un impegno alternativo».

 

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Anche Sandro Veronesi ha annunciato che non parteciperà alla fiera. «L’ingerenza del Presidente del Consiglio e dei suoi più fidati collaboratori, accompagnata da “putiniana ipocrisia”, su decisioni che non devono seguire logiche politiche».

A rinunciare sono stati anche il Premio Strega Francesco Piccolo e il poeta Franco Buffoni. Altri, invece, non hanno cancellato la loro presenza alla fiera ma hanno comunque condiviso la loro solidarietà con Saviano.

Dacia Maraini ha commentato la scelta, giudicandola come un «grave errore». Ha poi  aggiunto che «se si vuole fare una protesta bisogna farla tutti insieme.  Per fare veramente opinione bisogna decidere tutti insieme per non disperdere le decisioni. Io non sono mai, comunque, per fare le guerre».

Anche Nicola Lagioia è intervenuto sulla questione. Il Premio Strega ha dichiarato: «Il governo italiano che non invita Roberto Saviano alla Buchmesse di Francoforte, sconfessato subito dopo dalla Buchmesse medesima. Non è il primo e non sarà l’ultimo degli scivoloni».

In controtendenza Marcello Veneziani, anche lui invitato: «Trovo fastidiosa la presenza del partito degli intellettuali che in qualche modo interviene, decide, sanziona e pretende di essere un potere per diritto divino. Non saprei giudicare con l’accetta la scelta di non invitare Saviano e la reazione di Veronesi. Nello specifico si poteva anche invitare Saviano, di cui non ho un grande giudizio, considerando il fattore della popolarità e della notorietà».

 

 

Ettore Saladini

Laureato in Relazioni Internazionali e Sicurezza alla LUISS di Roma con un semestre in Israele alla Reichman University (Tel Aviv). Mi interesso di politica internazionale, terrorismo, politica interna e cultura. Nel mio Gotha ci sono gli Strokes, Calcutta, Martin Eden, Tondelli, Moshe Dayan, Jung e Wes Anderson. In futuro mi vedo come giornalista televisivo.

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