Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato a Montecitorio la versione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Un insieme di punti che si propone di rilanciare il Paese dopo i danni causati dalla pandemia.
Tra le sei missioni principali illustrate nel documento, la prima riguarda «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura». Ed è proprio a quest’ultima (insieme al turismo) che sono stati destinati complessivamente 6,68 miliardi di euro.
Una cifra importante secondo il ministro Dario Franceschini che ha definito molto forte l’attenzione del governo nei confronti della cultura. L’obiettivo principale è «incrementare il livello di attrattività del sistema culturale e turistico del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali».
Gli obiettivi per Turismo e Cultura
Le misure previste dal PNRR sono articolate in 4 punti, ciascuno con precise aree di intervento:
Patrimonio culturale per le prossime generazioni
In un’ottica di sviluppo a lungo termine, in questo punto rientrano ideazione e attuazione di una strategia digitale attraverso piattaforme per la promozione del patrimonio culturale. La rimozione di barriere fisiche per garantire una sempre più ampia partecipazione alla cultura. L’efficientamento energetico di cinema, teatri e musei.
Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale
Il secondo punto riguarda la tutela la valorizzazione dei borghi, dei paesaggi rurali e dei luoghi di interesse. È riservata attenzione anche alla sicurezza sismica dei luoghi di culto e al restauro delle opere d’arte (la cosiddetta Recovery Art).
Industria Culturale e Creativa 4.0
Si prevede la richiesta di criteri ambientali minimi per gli eventi culturali. Inoltre, allo sviluppo dell’industria cinematografica attraverso il Progetto Cinecittà si aggiunge quello di competenze da parte degli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde.
Turismo 4.0
Per il turismo si pensa alla creazione di un hub per il digitale oltre alla definizione di fondi per la competitività delle imprese. Un’altra novità riguarda l’ordinamento delle professioni delle guide turistiche.
Un piano migliorabile
La missione fin qui illustrata non ha soddisfatto gli operatori della cultura. Tra questi Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, che si è detto deluso nel vedere, ancora una volta, la cultura «come valore aggiunto del turismo». Tanto che ha deciso di chiamare i colleghi di altre città per lanciare l’idea di un’azione collettiva per chiedere al ministro Franceschini l’istituzione di «un fondo di finanziamento ordinario, come hanno le università. Da garantire con risorse pubbliche e private per prendersi cura delle collezioni».
Dopo l’anno di chiusure che ha colpito i musei, secondo Greco è giunto il momento di ripensare la funzione di questi luoghi, rendendoli un punto di riferimento per i giovani e per la custodia e la promozione della memoria collettiva.
Zone gialle e prime riaperture: grande successo a Milano
L’entrata in vigore della zona gialla in Lombardia ha permesso a numerosi luoghi culturali milanesi di riaprire le porte ai visitatori. Il primo teatro è stato il Franco Parenti, Elfo Puccini e Piccolo seguiranno dal 4 maggio.
Tra i musei, hanno riaperto lunedì 26 aprile le Gallerie d’Italia, per l’ultima settimana di esposizione della mostra dedicata a Tiepolo, il Poldi Pezzoli e innumerevoli musei civici. Il 27 aprile è invece la giornata inaugurale de «Le Signore dell’Arte» a Palazzo Reale, presentata il 1 marzo e immediatamente costretta a chiudere a causa delle restrizioni per il contenimento della pandemia.
La vera sorpresa è arrivata però dal cinema: per celebrare la zona gialla, il Beltrade ha riaperto alle 6 di mattina registrando il sold-out con tanto di fila di persone in coda dall’alba.
La cultura è mancata, è ora di riportarla nella nostra quotidianità.