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Dopo l’esclusione dall’Eurovision song contest, la Russia di Vladimir Putin rilancia Intervision, un concorso canoro che richiama l’era sovietica. Il presidente russo ha firmato un decreto ufficiale per la ripresa del festival, che si terrà nel 2025 a Mosca. L’obiettivo? «Sviluppare la cooperazione culturale e umanitaria internazionale».
Ritorno al passato
Intervision non è una novità assoluta. Nato negli anni ’60 sotto il regime di Leonid Brezhnev, il format fu concepito come l’alternativa socialista all’Eurovision Song Contest, a cui partecipavano i Paesi del blocco sovietico e alleati come Cuba. Con la fine della Guerra Fredda e lo scioglimento dell’URSS, la Russia abbandonò il concorso, salvo qualche tentativo di rilancio fallito negli anni successivi.
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Oggi, con il nuovo decreto presidenziale, il Cremlino tenta di dare una seconda vita a questa competizione, ponendola in contrapposizione diretta con l’Eurovision. Secondo Mikhail Shvydkoy, inviato speciale per la cooperazione culturale, il festival potrebbe tenersi a settembre 2025 e avrebbe già raccolto l’adesione di circa venti Paesi, tra cui membri dei BRICS (Brasile, India, Cina, Sudafrica) e alcune ex repubbliche sovietiche.
Dall’Eurovision all’Intervision
La Russia ha partecipato all’Eurovision dal 1994 al 2021, ottenendo un buon successo e trionfando nel 2008 con Dima Bilan. Nel 2009, Mosca ospitò la competizione con un’edizione faraonica costata circa 42 milioni di dollari. Tuttavia, col passare degli anni, il concorso europeo si è sempre più discostato dalla visione conservatrice del Cremlino, celebrando tematiche LGBTQ+ e promuovendo una cultura progressista che mal si conciliava con i valori russi.
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Il punto di rottura definitivo è arrivato nel 2022, quando la Russia è stata esclusa dall’Eurovision a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Mosca accolse la decisione con indignazione e da allora ha cercato di creare una propria piattaforma di intrattenimento internazionale.
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L’Intervision che Putin vuole rilanciare non sarà solo un festival musicale, ma anche uno strumento di soft power. Il Cremlino intende utilizzare il concorso per rafforzare i legami con Paesi considerati “amici” e promuovere una visione culturale alternativa a quella occidentale. Non è la prima volta che la Russia manifesta ostilità nei confronti dell’Eurovision. Già nel 2014, la vittoria dell’austriaca Conchita Wurst – drag queen simbolo della comunità LGBTQ+ – suscitò dure critiche da parte delle autorità russe, che la considerarono una provocazione contro i “valori tradizionali”.
Ciò che è certo è che, con Intervision, la Russia non solo risponde alla sua esclusione dall’Eurovision, ma cerca anche di rafforzare la sua influenza culturale in un momento di forte contrapposizione con l’Occidente.