L’ editore britannico di Dahl e la Roald Dahl Story Company hanno deciso di rimuovere i riferimenti al genere, alla razza e al peso nei libri dell’autore britannico. Aggettivi come “grasso”, “brutto”, “nano” sono stati eliminati e sostituiti con termini “accettabili” per il lettore moderno. Negli ultimi anni, infatti, alcuni aspetti delle sue storie erano stati giudicati problematici nella sensibilità contemporanea. Le revisioni, tuttavia, sono state oggetto di dibattito perchè bollate come censura.
Le modifiche
I cambiamenti apportati ai racconti sono in totale un centinaio. Nella nuova edizione della “Fabbrica di cioccolato” (pubblicato originariamente nel 1964) Augustus Gloop, uno dei personaggi “cattivi”, non è più “enormemente grasso” ma solo “enorme”. Nel libro “Streghe” non c’è più traccia della parte: “Le streghe sono tutte donne. Non voglio parlar male delle donne. In genere sono adorabili. Ma tutte le streghe sono donne: è un fatto”. Di questo passaggio è rimasta solo la prima frase. Altre modifiche introdotte nelle “Streghe” riguardano espressioni percepite come sessiste: “Che faccia la cassiera in un supermercato o la segretaria in un ufficio […]” è stata sostituita con “Che sia una grande scienziata o gestisca un’attività […]”.
Le reazioni alle modifiche
Tra quelli che hanno reagito con rabbia alla riscrittura delle opere di Dahl c’è Salaman Rushdie. Lo scrittore, vincitore del Booker Prize, ha detto la sua su Twitter, bollando l’azione degli editori come una censura assurda:
Roald Dahl was no angel but this is absurd censorship. Puffin Books and the Dahl estate should be ashamed. https://t.co/sdjMfBr7WW
— Salman Rushdie (@SalmanRushdie) February 18, 2023
Il linguaggio è stato rivisto in collaborazione con Inclusive Minds, un collettivo il cui obiettivo è rendere la letteratura più inclusiva e accessibile. L’analisi è iniziata nel 2020, prima che Netflix acquistasse la Roald Dahl Story Company e iniziasse il progetto di produrre film basati sui libri dell’autore.
Questo tipo di correzioni e modifiche a opere del passato potrebbe essere inserito nel quadro più generale del fenomeno dei “sensitivity reader“. Nell’editoria Usa, infatti, è stata introdotta la figura di un lettore che verifica la correttezza di un manoscritto rispetto alle minoranze. Il sensitivity reader legge un racconto alla ricerca di osservazioni o frasi stereotipate o frutto di bias, che gli autori non appartenenti a una certa minoranza possono aver ignorato. L’esigenza di una figura del genere emerge all’interno della narrativa scolastica e degli Young Adult, più volte è capitato che i libri venissero ritirati dal commercio in quanto giudicati offensivi nei confronti di alcune minoranze.