«Grande sterzata di Dybala che manda a vuoto Young. Si accentra Dybala che può inventare da lì. Scarica su Ramsey, ancora dentro per Dybala, al limite, Dybala sterza ancora, Dybala, rete, 2-0».
Ci eravamo lasciati così con quel Juventus – Inter 2-0 due mesi e mezzo fa e con la Serie A costretta a prendersi una pausa «forzata» per via dell’emergenza Coronavirus.
13 giugno, la data che riporta l’Italia alla normalità
Se si pensa al nostro paese e allo sport che più lo caratterizza, ovviamente, non si può non parlare del calcio. Ed ecco che, quando nella serata di giovedì 28 maggio è arrivata l’ufficialità del ritorno in campo della Serie A, l’Italia è in tutti i sensi pronta a tornare alla normalità.
Come ha deciso la FIGC di ripartire?
Si comincerà con la Coppa Italia, il 13 giugno. Le partite in programma sono le semifinali di ritorno rinviate prima della sosta, Juventus – Milan e Napoli – Inter. Le passanti del turno, si affronteranno in finale il 17 giugno. Questa ipotesi non ha accontentato tutti però. Anzi, ha subito scaturito polemiche ancor prima di ricominciare. Juventus, Milan e Inter le società più contrariate sulla ripartenza.
I nerazzurri, soprattutto, tramite la figura del suo AD Beppe Marotta, si stanno opponendo perché, vista anche la partita da recuperare con la Sampdoria, si ritroverebbero a giocare potenzialmente tre partite in 7 giorni:
- 13 giugno: Napoli – Inter
- 17 giugno: finale ipotetica di Coppa Italia
- 20 giugno: Inter – Sampdoria
L’incognita sulla Coppa Italia è condivisa anche dalla Juventus e dal Milan vista la possibilità del protrarsi della semifinale ai supplementari (e dunque 120 minuti di partita) per poi disputare la finale pochi giorni dopo. Vista la sosta forzata che ha costretto le società a sospendere gli allenamenti e a riprenderli solo recentemente, i giocatori non possono essere ovviamente al 100%. Nonostante le polemiche però, la Serie A e il calcio, ripartiranno.
Milan, Scaroni all’Ansa: «Discutibile Coppa Italia in 3 giorni dopo lungo stop» https://t.co/8FrBYocA4b pic.twitter.com/mpZqyuQbnX
— Calcio e Finanza (@CalcioFinanza) May 28, 2020
Le partite da disputare, in totale, sono 127 in 50 giorni. Una pazzia per molti presidenti, come Massimo Cellino, patron del Brescia: «È una decisione folle, è troppo per i calciatori. Siamo fermi da due mesi, non ci siamo allenati. Ed è pericoloso ricominciare giocando tre partite a settimana. Sono preoccupato per infortuni e per il caldo che sarà un problema in Italia molto più che in Germania».
Il caldo sarà sicuramente un fattore importante da tenere in considerazione. D’estate, stagione inusuale per disputare un campionato e dove spesso le squadre si recano in montagna per iniziare la preparazione atletica, il caldo è proibitivo. Soluzioni? Sicuramente le partite disputate in orari serali potrebbero essere un primo approccio giusto per permettere ai giocatori di sopportare il caldo. In secondo luogo, la possibilità di introdurre dei minibreak per riprendere le energie e più sostituzioni nel match (da 3 a 5 come in Germania), aiuterebbero sicuramente le squadre a dare il 100% per tutto l’arco dei 90 minuti.
Nel frattempo continuano i tamponi e i controlli nelle squadre con staff e giocatori costantemente monitorati. Recentemente era uscito il sospetto della positività di un componente dello staff del Bologna, notizia poi smentita successivamente grazie ai risultati negativi dei tamponi. Sicuramente, le norme di sicurezza da mettere in campo, un po’ come già ammirato in Bundesliga, dovranno essere molto rigorose. Panchine distanziate, guanti e mascherina obbligatoria su tutto. Ma come ammirato in Germania, la marcatura a uomo nel calcio è all’ordine del giorno. Verrà imposto ai difensori di stare a 1 metro di distanza dagli attaccanti?
Danno economico, la serie A quasi «costretta» a riprendere
La Serie A, del contributo del calcio all’economia del nostro paese, pesa da sola, il 72% della contribuzione complessiva, pari a 856,5 milioni di euro. La FIGC aveva inizialmente stimato le perdite in caso di mancata chiusura del campionato, pari a 313,1 milioni di cui 215 per via dei mancati guadagni da sponsorizzazioni e attività commerciali e 98,1 dagli spettatori mancanti. Con la ripartenza confermata giovedì sera però, ovviamente sempre a porte chiuse, le perdite ammonterebbero «solo» a 177,7 milioni.
La volontà di ripartire, possiamo quindi concludere che c’è sempre stata soprattutto per evitare il crollo del sistema calcio Italia. Bastava solo attendere la stipulazione di un protocollo ad hoc per poter far disputare tutte le partite rimanenti in sicurezza e correndo meno rischi possibili considerando che all’interno dello stadio non entreranno solo squadre e staff ma anche addetti ai lavori, fotografi, giornalisti, stewards e arbitri. Insomma, la data e la voglia di riprendere ci sono, attendiamo con ansia il 13 giugno sperando che non ci siano ripensamenti.
Si riparte anche in Spagna. Partite in chiaro nelle case di riposo
Non solo Serie A. Nel resto d’Europa sono tanti i campionati in procinto di ripartire. Dopo la ripresa della Bundesliga infatti, in campo dal 16 maggio, anche la Liga spagnola e la Premier League inglese si preparano a tornare in campo.
In Spagna il premier Pedro Sanchez ha annunciato recentemente in una conferenza stampa che la ripresa del campionato è prevista per la settimana dell‘8 giugno. Il progetto di ripartenza è stato discusso dai club insieme alla lega spagnola. L’idea è quella di ricominciare venerdì 12 giugno alle 19.30 con l’incontro di Segunda Division tra Rayo Vallecano e Albacete, interrotto lo scorso dicembre per gli insulti dei tifosi di casa verso l’ucraino Roman Zozulia.
In serata invece, dovrebbe essere la volta della Liga, con il derby tra Siviglia e Real Betis alle 21.30. Manca ancora il via libera delle autorità sanitarie ma l’obiettivo è concludere la Primera Division – arrivata al 27esimo turno – e la Segunda, entro il 19 luglio. Il presidente della lega Javier Tebas ha assicurato che Mediapro, l’azienda che detiene i diritti tv del campionato, trasmetterà gratuitamente gli incontri nelle case di riposo per gli anziani. Le 11 giornate che rimangono saranno visibili in chiaro anche nel Regno Unito su Premier Sports, canale del pacchetto Sky.
Ritorna la Premier Leguae. Il Liverpool può festeggiare
Nella stessa giornata dell’annuncio della Serie A, arriva anche il via libera per il campionato inglese. La data fissata è il 17 giugno e si ricomincerà con i recuperi della 28esima giornata, Aston Villa-Sheffield United e Manchester City-Arsenal.
Dal week-end successivo poi, tutto quello che rimane del calendario – 92 partite – con la conclusione fissata entro il 2 agosto. Il Liverpool dunque, primo in classifica con 25 punti di vantaggio, può preparasi di nuovo alla festa, con il titolo che manca da oltre 30 anni. Gli uomini di Klopp per un attimo hanno temuto la beffa più grande, ma la Premier si concluderà. I tifosi non ci saranno ma le gare saranno trasmesse in diretta tv, con nuove fasce d’orario, simili a quelle del campionato italiano pre-coronavirus. Il venerdì si giocherà alle 20, mentre il sabato gli incontri saranno spalmati su tutta la giornata. Discorso analogo per la domenica, il Monday Night invece rimarrà invariato alle 20.
Boom per la Bundesliga. In Francia è polemica
In Germania intanto, il campionato continua con ascolti televisivi record (la prima giornata si è toccato il 320% di share in più rispetto a una normale giornata di campionato). Gli occhi del mondo e degli appassionati in questi giorni si sono «consolati» con la Bundesliga, un vero e proprio spot per il calcio tedesco. Altri Paesi invece avevano già deciso di concludere anzitempo la stagione 2019/2020, proiettandosi direttamente all’anno prossimo. Il primo a farlo, il Belgio con il Club Bruges laureato campione.
In Francia, il 28 aprile scorso era stata presa la decisione di interrompere il campionato, con la graduatoria stilata in virtù della media punti. Paris Saint Germain dunque campione, con Marsiglia e Rennes in Champions League e Lille e Reims in Europa League.
Una scelta che aveva già portato numerose polemiche. Jean-Michel Aulas, presidente del Lione – rimasto fuori dalle coppe – continua a chiedere un dietrofront al governo. Anche la stampa si è scagliata contro lo stop alla Ligue 1, ritenuto troppo frettoloso, considerano anche i piani di ripartenza dei maggiori campionati europei, tra i quali quello francese è l’unico a non ricominciare.
Anche in Olanda le luci sull’Eredivisie si sono spente anzitempo – per la prima volta dal 1956 un campionato olandese non viene terminato – ma la federazione ha deciso di non assegnare il titolo, per il rammarico dei tifosi dell’Ajax capolista.
E le coppe europee?
L’UEFA intanto sta cercando la soluzione migliore per concludere le coppe europee. L’ipotesi di giocare una Final Four in Germania per semifinali e finale prende sempre più piede, con alcuni club che spingono per giocare in terra tedesca anche i quarti di finale in gara secca. Una fiducia legata al modello di ripartenza della Bundesliga che ha colpito in maniera positiva le società e l’UEFA stessa.
Un’opzione accreditata è quella di giocare gli ottavi di finale mancanti – tra cui gli appuntamenti delle italiane, con la Juventus che deve rimontare l’1 a 0 subito in Francia con il Lione e il Napoli chiamato all’impresa al Camp Nou con il Barcellona – il 7 e l’8 agosto. Il 13 e 14 agosto poi si andrebbe con i quarti in gara secca e in campo neutro. Sul finire del mese poi semifinali e finale, con la possibilità concreta di una Final Four stile basket in Germania o a Istanbul, dove era previsto l’ultimo atto della competizione. Soluzioni simili si stanno valutando per l’Europa League, con Inter e Roma che seguono attentamente gli sviluppi.
A reminder of the latest status of all UEFA competitions:
— UEFA (@UEFA) May 13, 2020
Dopo mesi di stop lo spettacolo riprende. Ci aspetta un’estate rovente e piena di calcio.