Mercoledì 5 febbraio il primo via libera alle domande di lavoratori stranieri da parte delle imprese italiane. Sarà rivolto a persone extra-europee per contratti di lavoro subordinato non stagionale. Il 7 febbraio sarà il turno di colf, badanti e assistenti socio-sanitari, il 12 febbraio di lavoratori stagionali e l’1 ottobre di lavoratori stagionali del mondo del turismo. Quest’anno i click days metteranno in palio 191 mila posti di lavoro, un record per il nostro Paese. Ma qualcosa è andato storto nei controlli: imprese finte, datori collusi che in cambio di denaro prenotano lavoratori stranieri e poi non li mettono sotto contratto.
Controlli scavalcati
Il piano del Governo per ostacolare i furbetti del click day era chiaro. Controlli su tre livelli: polizia, Agenzia delle entrate e Ispettorato nazionale del lavoro. Che avevano il compito di prendere in carico le 165 mila domande precaricate a novembre sul portale Ali del ministero dell’Interno. E invece questi controlli non sono stati effettuati.
Stando alle ricostruzioni riportate da Repubblica, il Viminale ha svolto le indagini di polizia tramite casellario su fedina e precedenti su chi ha presentato domanda, ma poi non ha condiviso la lista all’Agenzia delle entrate per i controlli finanziari e all’Ispettorato del lavoro quelle di regolarità contributiva. Venendo così meno al decreto varato a ottobre, volto a evitare che un datore di lavoro farlocco potesse fare richiesta per un certo numero di lavoratori.
Falsi permessi in Campania
Nella giornata di martedì 4 febbraio, un’inchiesta condotta dalla Procura di Salerno e dalla Direzione Nazionale Antimafia sull’immigrazione clandestina ha svelato un giro di affari milionario intorno alla gestione criminale dei flussi di immigrati.
L’inchiesta ha portato a 46 indagati, con 36 misure cautelari emesse dal gip, delle quali 31 eseguite. Tra i destinatari delle misure c’è anche Nicola Salvati, tesoriere del Pd della Campania, che è stato sospeso dal partito subito dopo l’inchiesta.
Ma cosa c’è dietro? Tra il 2021 e il 2022, circa duemila stranieri avrebbero utilizzato questo sistema per venire a lavorare in Italia, grazie alla complicità di una complessa organizzazione criminale che con tanto di funzionari corrotti e professionisti, come avvocati e commercialisti.
Il gruppo aveva la sua base a Capaccio Paestum, in provincia di Salerno. False anche le richieste di lavoro presentate poi dagli immigrati. Per un giro di affari attualmente stimato dagli investigatori di circa un milione di euro.