«Il Milan è emozione»: Filippo Galli racconta i 125 anni del club

In occasione del 125º anniversario del Milan, l’ex giocatore e allenatore rossonero Filippo Galli racconta il suo profondo legame con il club. Milanista fin da bambino, il difensore ha vissuto un percorso straordinario all’interno della società, passando dal settore giovanile alla prima squadra e proseguendo come allenatore e responsabile del vivaio. Il suo forte senso di appartenenza gli ha garantito un posto tra le icone rossonere presenti alla speciale cerimonia di San Siro, organizzata dal club prima del match casalingo contro il Genoa.

Il Milan in un’immagine: Barcellona 1989
L’autobus dal Milan all’uscita dal Camp Nou di Barcellona

«Se dovessi riassumere il club con un’immagine, mi viene in mente l’autobus del Milan trasportato dalla marea di tifosi nella finale di Barcellona contro lo Steaua di Bucarest nel 1989». Così Galli fotografa il Milan, la cui storia si può racchiudere nella parola “rossoneri”.

«Quella scena è qualcosa di unico, perché esprime il senso di unione tra giocatori, tifosi e società», aggiunge. Per lui, «anche se entrato solo a un quarto d’ora dalla fine, quel momento rappresenta il Milan in tutto e per tutto». Da tifoso sin da piccolo, il legame con il club è un qualcosa che va oltre il campo: «Il Milan è qualcosa che mi è rimasto dentro, che porto con me».

Non solo vittorie: il calcio emozionante del Milan
Filippo Galli con la Coppa Intercontinentale vinta nel 1990

L’eredità del club, però, non è solo nei trofei, ma anche nell’attaccamento ai colori: «Si parla spesso di famiglia, ma non so se sia la definizione giusta. Quello che il Milan mi lascia è un legame profondo, una passione che non cambia, indipendentemente da chi guida la società o da chi ne è proprietario. I colori rimangono, così come l’amore per questa squadra. Per me il periodo più significativo è stato quello della presidenza Berlusconi, un’epoca d’oro in cui si è vinto tantissimo. Ma sono legato anche ad altri presidenti che ho conosciuto fugacemente, come Morazzoni, Colombo, Farina. Anche la breve parentesi della proprietà cinese, che ho vissuto solo per una stagione, fa parte di questo percorso».

Questa passione che lega Galli al club è un sentimento che attraversa le epoche e che continua a essere vivido anche nel presente. «Essere parte di questa lunghissima storia è un privilegio che porto con me. Ancora oggi, nonostante i miei 61 anni, capita che qualcuno mi riconosca per strada e ricordi quei tempi. Non è solo per le vittorie, ma per come si è vinto, per le emozioni che abbiamo lasciato. Credo che questa sia la cosa più importante: aver creato ricordi indelebili per i tifosi».

Le vittorie, specialmente in campo internazionale, sono sicuramente centrali nell’iconografia del club, ma quello che ha sempre contraddistinto il Milan «è stata la voglia di proporre un calcio che intrattiene, che fa battere il cuore. Perché il Milan è storia, è passione, è emozione. Tutte le proprietà e le dirigenze che si sono susseguite hanno sempre puntato su questi valori. Questo è il motivo per cui tanti tifosi sono ancora oggi così legati a questa squadra».

Uno sguardo al presente
Matteo Gabbia esulta dopo il gol vittoria nel derby

Ma la storia del Milan continua a essere scritta, con nuove pagine dove i protagonisti sono oramai calciatori diversi. In questo contesto, Galli rivolge lo sguardo agli interpreti attuali e si sofferma su un nome particolare: «All’inizio avrei detto Reijnders, mi piace molto per la sua capacità di leggere il gioco e per l’intelligenza tattica. Ma poi ho pensato a Matteo Gabbia, e scelgo lui. È un giocatore che sento vicino perché ha fatto un percorso simile al mio: cresciuto nel settore giovanile, ha giocato fuori dal Milan per farsi le ossa e poi è tornato. Mi piace perché ha la capacità di continuare ad apprendere, sia in allenamento sia in partita. Questa qualità, che si chiama self-regulation, è una sfaccettatura del talento. Non tutti ce l’hanno, ma lui sì, e per questo riesce a esprimersi in un contesto complesso come la Serie A».

I festeggiamenti a San Siro prima di Milan-Genoa

Il 15 dicembre 2024, prima della sfida contro il Genoa, il Milan ha spento le sue 125 candeline insieme ai tifosi presenti a San Siro, teatro di una serata indimenticabile. Il palcoscenico dello stadio, che ha visto passare alcune delle più grandi leggende del calcio mondiale, si è trasformato in un luogo di festa, dove la storia rossonera è stata celebrata con emozione e orgoglio.

Fin dai primi minuti, i tifosi hanno vissuto un’atmosfera unica, con uno spettacolo prepartita che ha ripercorso i momenti più emozionanti della storia del club: dai primi successi nelle competizioni nazionali, passando per le vittorie in Europa, fino ad arrivare agli anni più recenti, quando il Milan ha saputo rinnovarsi e risorgere. Grandi immagini dei campioni che hanno fatto la storia del club sono state proiettate sugli schermi dello stadio, mentre sul campo le emozioni si sono susseguite con l’ingresso di alcune delle icone più celebri della squadra. Marco van Basten e Filippo Inzaghi, infatti, hanno ricevuto lo speciale premio realizzato da Tiffany&Co per il loro ingresso nella Hall of Fame rossonera. Insieme a loro, nella sezione dedicata ai giocatori più influenti nella storia del Milan, Andriy Shevchenko, assente alla cerimonia per motivi personali.

Assenti e presenti alla cerimonia

Tante le Legends rossonere che hanno preso parte alla cerimonia. Tra i grandi assenti, però, spiccano Rivera, Sacchi, Ronaldinoh, Cafu, Dida, Kaka, Maldini e Boban, che aveva annunciato il mancato invito durante una diretta Sky. Di seguito l’elenco di tutti i presenti:

  • Marco Van Basten (1987-1995)
  • Ruud Gullit (1987-1993 e 1994)
  • Frank Rijkaard (1988-1993)
  • Pietro Paolo Virdis (1984-1989)
  • Filippo Galli (1983-1996)
  • Alberico Evani (1980-1993)
  • Mauro Tassotti (1980-1997)
  • Roberto Donadoni (1986-1996 e 1997-1999)
  • Alessandro Costacurta (1987-2007)
  • Giovanni Galli (1986-1990)
  • Stefano Eranio (1992-1997)
  • Demetrio Albertini (1988-1990 e 1991-2002)
  • Clarence Seedorf (2002-2012)
  • Filippo Inzaghi (2001-2012)
  • Christian Abbiati (1998-2005 e 2008-2016)
  • Massimo Ambrosini (1995-1997 e 1998-2013)
  • Serginho (1999-2008)
  • Marek Jankulovski (2005-2011)
  • Cristian Brocchi (2001-2005 e 2006-2008)
  • Dario Simic (2002-2008)
  • Martin Laursen (2001-2004)
  • Marco Borriello (2002-2003, 2003-2004, 2006-2007 e 2008-2010)
  • Massimo Oddo (2007-2008 e 2009-2011)
  • Alexandre Pato (2008-2013)
  • Cristian Zaccardo (2013-2015)
  • Riccardo Montolivo (2012-2019)
Elena Cecchetto

📍Milano 👩🏼‍🎓Comunicazione, Media e Pubblicità ⚽️ Quando lavoro mi trovi allo stadio, quando non lavoro pure

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