Dal no a Maradona agli “arbitri di sinistra”: le frasi cult nel calcio

Silvio Berlusconi ha segnato un’epoca. Imprenditore, leader politico, esperto comunicatore. Ha saputo coinvolgere gli italiani e i tifosi del Milan. In 31 anni di presidenza del club rossonero ne ha dette tante. Anche al Monza in tempi recenti non si è smentito. Alcune delle sue frasi passeranno alla storia, ecco una raccolta delle migliori dichiarazioni.

Quando scese dal cielo

La storia del Milan è cambiata per sempre una mattina piovosa d’estate. È il 1986, all’Arena Civica, il vecchio stadio rossonero nel mezzo di Parco Sempione, ci sono 10mila tifosi senza ombrelli e con gli occhi spalancati. Seduto in tribuna, tra gli altri, c’è pure Gianni Brera. Alle 10.30 del 18 luglio, tre elicotteri si avvicinano allo stadio, parte in filodiffusione la Cavalcata delle Valchirie di Wagner. Giovanni Galli dirà: “Sembrava di essere in Apocalypse Now”. In uno dei velivoli, c’è Silvio Berlusconi. Atterra col boato del pubblico e inizia la presentazione della squadra. In uno dei suoi primi discorsi da presidente, farà capire a tutti chi è: “Il Milan è un affare di cuore, costoso. Ma anche le belle donne costano”.


No a Maradona

Il Cavaliere ha sempre voluto essere protagonista, anche nelle scelte di campo. Nell’88 il Milan conquista lo scudetto nonostante le magie di Maradona. E il presidente rossonero in un’intervista dichiara senza peli sulla lingua: “Diego è un grande giocatore ma nel Milan non potrebbe essere inserito. Ha un carattere difficile”.

Il Papa come il Milan

Si sa, per Berlusconi il Milan è sempre stato una questione di fede. Nella sua vita ha incontrato più volte Giovanni Paolo II, nel ’98 con la sua solita sincerità disse al Papa: “Santità, lei assomiglia molto al mio Milan. Lei, come noi, è spesso all’estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio”. 

Maestro di calcio

Nel 2001, dopo quindici anni di presidenza, erano già arrivate tre Champions League e sei scudetti. Fiero dei suoi successi, Berlusconi ammise fiero: “Ho insegnato al Milan come si gioca a calcio”. 

I capelli di Ronaldo

Ronaldo ha chiuso la sua carriera europea al Milan nel 2008. Nell’ultima stagione in rossonero collezionò appena sei presenze a causa degli infortuni. Il talento brasiliano trovava però il tempo di girare spot pubblicitari di prodotti per capelli. E Berlusconi sentenziò: “Sono preoccupato per lui, bisogna mandarlo a Lourdes. Gli avevo imposto di farsi crescere i capelli perché diventasse più bello. In realtà ha esagerato: adesso è veramente brutto. Vorrà dire che lo manderò dal mio parrucchiere”. 


La moglie di Sheva

Sette stagioni in rossonero, 178 gol, una Champions, la Supercoppa Uefa, uno scudetto. Prima del Mondiale 2006, Shevchenko saluta il Milan per trasferirsi al Chelsea. In un’intervista ammette di aver voluto accontentare sua moglie. Berlusconi ovviamente non gliel’ha fatta passare: “Il suo addio non è stato voluto da noi, né è stato causato dalla volontà del giocatore. Ha dovuto subire i desideri della moglie. E si sa che spesso le mogli sono dei kapò a cui non si può dire di no”. 

“Arbitri di sinistra”

Bogdani e Giaccherini affondano il Milan. Seconda giornata di campionato, stagione 2009-10. Al Manuzzi passa il Cesena: Robinho, Ibrahimovic e Ronaldinho non incidono. Secondo il patron rossonero, la colpa è anche del direttore di gara: “Non c’erano tre fuorigioco. Il problema è che spesso il Milan si imbatte in arbitri di sinistra”.

L’insulto ad Allegri… in veneto

Nel 2013 sulla panchina del Milan c’è Allegri. Il Cavaliere è impegnato in campagna elettorale, il 9 febbraio 2013 si trova a Padova. Gli chiedono un parere sull’allenatore in vista della sfida di Champions col Barcellona e Berlusconi risponde sicuro: “Allegri? No el capisse un casso”. 

“Mafia, pizza e Milan”

Altro allenatore, altra annata. È il 2015, in rossonero c’è Inzaghi. La squadra sta attraversando un momento negativo, ma Berlusconi è fiducioso. Stavolta non ce l’ha con nessuno e difende il club a spada tratta: “Nei miei 30 anni alla guida della società abbiamo raggiunto tanti successi, il Milan è diventato qualcosa che marca l’immagine dell’Italia. Mi hanno detto purtroppo che una volta in un Paese dell’Oriente, chiedendo tre immagini che rappresentino l’Italia, la risposta è stata: mafia, pizza e Loren. Ultimamente, invece, le cose sono cambiate e ora le tre immagini sono mafia, pizza e Milan”. 

“Un pullman di…”

Una delle ultime frasi cult di Berlusconi è stata quella pronunciata alla festa di Natale del Monza. “Se battete una big, vi faccio arrivare un pullman di tr…”. Un’espressione che ha causato numerose polemiche dopo che il video è diventato virale. Lui sui social si era difeso così: “Una battuta da spogliatoio, compiango i critici”. 

Oscar Maresca

Curioso di professione, giornalista per passione. Classe ’98, nato a Napoli. Innamorato delle storie da raccontare e del calcio. Pubblicista dal 2017, praticante per MasterX, collaboro per La Gazzetta dello Sport. A Milano per scelta. Sogno e scrivo, non necessariamente in questo ordine.

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