Tra fake news e propaganda: l’ombra della Russia sulle elezioni Moldave

molava russia fake news

La Russia allunga le sue mani fino a Chişinău. Stati Uniti, Canada e Regno Unito hanno accusato Mosca di interferenze nelle elezioni presidenziali in Moldavia e nella scelta (o meno) del Paese di far parte dell’Unione Europea. L’obiettivo sarebbe quello di «minare le istituzioni democratiche» ed espandere la propria influenza oltre i territori ucraini.

Election day, ma sarà davvero democratico?

Il giorno ‘x’ è domenica 20 ottobre, quando quasi due milioni di moldavi andranno alle urne. Sono previste le votazioni per il nuovo capo di Stato e il referendum che dovrebbe sancire l’ingresso della Moldavia nell’Ue. È ovvio, dunque, che qualunque Stato voglia minare la libertà democratica di Chişinău si concentri su quella specifica data.

Lo sforzo di intelligence comune da parte di Canada, Usa e UK ha svelato una realtà molto variegata. Secondo quanto si legge da una dichiarazione congiunta dei tre Stati, rilasciata il primo giorno del vertice italiano del G7, il Cremlino sta operando oltre ai suoi confini da anni. E le rilevazioni dell’ultimo periodo non sono altro che l’intensificarsi di una realtà già presente.

G7 Italia moldava Russia
I leader dei sette Paesi del Gruppo al centro, con la rappresentanza europea ai lati (Charles Michel a sx e Ursula von der Leyen a dx)

La Russia starebbe «utilizzando mezzi di disinformazione e propaganda online, via etere e nelle strade per promuovere i propri scopi». Vale a dire, creare un forte malcontento sottopelle ai danni del governo filo-europeista di Maia Sandu. Fino a generare, forse, una sollevazione popolare favorevole a un intervento diretto di Mosca. Eventualità resa necessario dal «deterioramento della fiducia nella capacità della Moldavia di garantire la propria sicurezza e mantenere lo stato di diritto».

Maia Sandu contro Vladimir Putin

Il mirino del Cremlino, come già detto, è puntato su Maia Sandu. La 52enne è presidente dal 2020, quando vinse la tornata elettorale con il 57,7% dei voti. Da quel momento non ha mai nascosto di voler orientare il Paese ex-sovietico verso l’Unione Europea. Segnale lampante di ciò è stata la postura rigidamente a favore a Volodymyr Zelensky e all’Ucraina.

Maisa sanud moldava eu Russia
La presidente moldava Maia Sandu accompagnata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel

Su questa linea si instaurano una serie di colloqui internazionali volti proprio all’ammodernamento sul piano militare della Moldavia. Maia Sandu ha concluso con Bruxelles un accordo proprio in materia di sicurezza e difesa che prevede la possibilità di organizzare esercitazioni congiunte. Non solo: ha aperto le porte a una maggiore condivisione di informazioni e dati sensibili tra l’Unione e Chişinău, includendola per di più nel sistema comunitario di approvvigionamento di armi.

Ed è proprio contro Maia Sandu e contro la sua prospettiva europeista che la Russia starebbe «fomentando la percezione pubblica negativa». Non solo, però, tramite campagne intensive di fake news. Ma sfruttando anche  la presenza di ‘teste di ponte’ filorusse in territorio moldavo, in particolare la regione separatista della Transnistria e quella autonoma meridionale della Gagauzia. In tutto il resto del Paese, però, la minaccia russa è sentita come molto vicina e non sono pochi quelli che temono un’ingerenza diretta di Mosca negli affari interni.

L’oligarca moldavo

Il documento congiunto mette in luce in maniera evidente un modus operandi adottato dal Cremlino negli ultimi anni. Secondo le intelligence dei tre Paesi del G7, l’emittente statale russa RT avrebbe ammesso di «essere coinvolta nel fornire sostegno diretto» a un influente sostenitore di Vladimir Putin in terra moldava. Si tratta di Ilan Shor, uomo d’affari 37enne latitante dal 2019, dopo essere stato condannato a 15 anni in contumacia. L’oligarca avrebbe sottratto alle banche del Paese una cifra superiore al miliardo di dollari, causando una perdita alle casse statali di circa il 12% del Pil annuo e l’arresto del primo ministro Vlad Filat.

russia-moldavia
Le due teste di ponte filorusse in Moldavia: la repubblica separatista della Transnistria e la regione autonoma della Gagauzia

Secondo Usa, UK e Canada, in caso di rielezione di Maia Sandu «ci sarebbe motivo di credere che Mosca sia preparata a mobilitare un folto numero di persone che accendano proteste». Tra le righe non è difficile notare il timore di una Ucraina 2.0. Questa volta ancora più vicina all’Unione, sia a livello geografico che di relazioni. «Esortiamo la Russia ad abbandonare questi sforzi per sovvertire la democrazia moldava e a rispettare la sua sovranità e i risultati di elezioni libere, eque e indipendenti», è il messaggio conclusivo della dichiarazione congiunta. Con minacce non velate di ulteriori sanzioni a danno di Mosca.

No Comments Yet

Leave a Reply