Codacons contro tutti: da Maionchi a Vannacci senza dimenticare i Ferragnez

Da gennaio 2024 il Codacons – il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori – ha presentato più di 40 procedimenti tra esposti, diffide, istanze e segnalazioni contro i soggetti più disparati. L’associazione non risparmia nessuno e scende in campo in tutti gli ambiti: dalla politica con Vannacci, allo spettacolo con Mara Maionchi. Ma ha dei “nemici” ricorrenti: digitare “Fedez” o “Ferragni” sul sito del Codacons genera più di 8 pagine di risultati contenenti solo comunicati stampa. 

Gli esposti più recenti

L’ultimo esposto presentato dal Codacons è contro Mara Maionchi. L’associazione si è mossa chiedendo alla Rai la “testa” della conduttrice, incaricata della conduzione italiana  dell’Eurovision. Dietro alla richiesta, le voci di omofobia e bodyshaming riguardo Maionchi, diffusesi a seguito della discussione con Tiziano Ferro. La discografica, durante una puntata di Belve, aveva infatti parlato del contante – da lei scoperto – definendolo «irriconoscente». 

La storia di Tiziano Ferro contro Mara Maionchi
La storia ripostata da Tiziano Ferro contro Mara Maionchi

Da lì, un botta e risposta sui social che ha visto l’artista ricondividere una storia di un utente. Il post parlava di come Maionchi, all’inizio della carriera di Tiziano Ferro, gli avrebbe imposto di dimagrire e di tacere sulla propria omosessualità. Nel mirino dell’associazione non solo gli ospiti di Belve, ma anche la conduttrice Francesca Fagnani. Il Codacons ha presentato un esposto per presunta pubblicità occulta e violazione delle norme deontologiche per i gioielli della presentatrice durante la trasmissione.

Tornando alla richiesta contro Maionchi, questa è arrivata solo il giorno successivo agli esposti contro il generale Roberto Vannacci, presentati l’1 maggio in 104 procure. In questo caso, il Codacons ha richiesto alle magistrature di accertare che le controverse dichiarazioni del generale non costituiscano reato. Nello specifico, che non si configurino come «propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa». 

Il giorno prima, il 30 aprile, un altro esposto. Questa volta è il turno di Amadeus, contestato dell’associazione dopo l’intervista rilasciata dal suo ex manager Lucio Presta a Il Giornale. Il loro rapporto si era interrotto in modo improvviso prima dell’ultimo Festival di Sanremo. Presta nell’intervista fa riferimento alla presunta richiesta avanzata da Amadeus per la direzione artistica e la titolarità del format Arena Suzuki. Ma, secondo una circolare di vigilanza Rai, conduttori o giornalisti non possono diventare titolari di un format. Così, Codacons ha presentato un esposto alla stessa Commissione di Vigilanza Rai e all’Autorità Anticorruzione «affinché verifichino la veridicità delle dichiarazioni del manager».

Polemiche sanremesi

Negli anni, però, il Codacons si è schierato più volte contro Sanremo. La polemica più recente riguarda le disfunzioni del sistema di votazione di quest’anno. Migliaia di utenti non hanno, infatti, ricevuto un messaggio di conferma a seguito del voto, domandandosi se questo fosse stato conteggiato.

Codacons ha, quindi, chiesto chiarezza, domandando alla Rai di mostrare i dati relativi ai voti, ma la società si è subito rifiutata. Questo, però, è stato solo il secondo esposto relativo al Festival presentato dal Codacons. L’associazione aveva presentato alle Procure della Repubblica di Imperia e Roma il caso della presunta pubblicità occulta a un marchio di scarpe indossate da John Travolta durante il Festival, ipotizzando la possibilità di truffa aggravata.

Dal presentatore, alla rete televisiva, agli ospiti, passando soprattutto per i concorrenti. Quest’anno l’associazione ha avuto da ridire sul trio punk rock La Sad. Codacons si è opposto alla loro presenza al Festival già a partire da dicembre, presentando un esposto in cui accusava la band «di aver prodotto brani violenti e sessisti». Anche in questo caso si è scatenato un botta e risposta tra il gruppo, Amadeus e il Codacons, non ancora del tutto concluso. Nei giorni scorsi è infatti arrivata da parte dell’associazione una diffida contro La Sad, perchè da giorni il trio punk starebbe «sfruttando a più riprese e in innumerevoli occasioni il nome del Codacons per dare visibilità al disco». 

I “Ferragnez”

Negli anni, però, il Codacons ha dichiarato guerra aperta soprattutto a Fedez. Partendo dalla fine, l’ultima puntata dello scontro tra i due ha visto il rapper, affiancato dai genitori, denunciare l’associazione per calunnia e diffamazione. Il Codacons aveva chiesto alla Guardia di Finanza una una verifica fiscale sulle società artistiche del rapper. Gli avvocati di Fedez sostengono, nel documento presentato, che da tempo l’associazione avrebbe «intrapreso una campagna mediatica e giudiziaria quasi quotidiana» volta «unicamente ad attaccarlo».  

Fedez si sfoga sui social contro il Codacons
Fedez si sfoga sui social contro il Codacons

Intanto, il prossimo 6 maggio lo stesso Fedez sarà sentito nell’udienza preliminare che lo vede imputato, a sua volta, per calunnia ai danni del Codacons. Il rapper nel 2020 aveva accusato l’associazione di pubblicità ingannevole. Il Codacons stava, infatti, chiedendo donazioni ai propri iscritti e, secondo Fedez, la raccolta veniva ingannevolmente associata a una campagna contro il Covid.

I dissapori tra le parti non sono di certo cosa nuova, il primo comunicato stampa sul sito del Codacons che abbia a che fare con Fedez risale al 2018, nello specifico a qualche giorno dopo il matrimonio del rapper con Chiara Ferragni. Il Codacons presentò un esposto a Enac contro Alitalia e l’aeroporto di Linate per la « personalizzazione dell’aeroporto» avvenuta il giorno dell’evento. 

Il primo comunicato stampa sul sito del Codacons che riguarda Fedez e Chiara Ferragni
Il primo comunicato stampa sul sito del Codacons che riguarda Fedez e Chiara Ferragni. Fonte: Codacons

Ai ferri corti con il Codacons anche Ferragni, soprattutto dopo la bufera scatenatesi a seguito del caso Balocco. L’associazione, in merito, è intenzionata a contestare «punto per punto» davanti al Tar del Lazio – il prossimo 17 luglio – la richiesta di ricorso presentata dalla Ferragni e dall’azienda dolciaria e a smontare «le tesi difensive che vorrebbero scaricare ogni responsabilità sui consumatori che hanno acquistato il prodotto». 

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