Ivrea Sum #02, imprenditori e politici alla corte di re Davide (Casaleggio)

Alle Officine H di Ivrea si è aperto il sipario di Sum #02 – Capire il futuro – il secondo evento pubblico dell’Associazione Gianroberto Casaleggio, creata e diretta dal figlio del co-fondatore del Movimento 5 stelle. Futuro, innovazione e democrazia digitale i temi principali della giornata che ha indagato sulle frontiere (im)possibili tra robotica e nuove tecnologie applicate alle imprese. L’anno scorso la convention aveva segnato un punto di svolta della storia dei Cinque Stelle e quest’anno la passerella in giacca e cravatta accanto a numerosi esponenti di spicco del mondo imprenditoriale ha definitivamente dissipato ogni dubbio sul dna del Movimento: nato nelle piazze ma pronto per proiettarsi alla guida del Paese.

Controlli ferrei agli accessi, metal detector. Qualche disguido sull’accredito stampa di Jacopo Iacoboni, noto per aver raccontato in maniera critica l’ascesa del Movimento negli ultimi anni. Il giornalista de La Stampa, tenta di accedere alla convention con un badge usato ma non essendo in possesso del regolare accredito nominale viene lasciato fuori.  Lontano dalle telecamere si percepisce una certa agitazione ma tutto procede secondo i piani.

sum #02

In forse fino all’ultimo minuto, Luigi Di Maio arriva alle 11 del mattino, entra in sala dalla porta laterale e si siede senza rilasciare alcuna dichiarazione. D’altronde il palcoscenico è stato negato ai rappresentanti istituzionali ma le prime fila dell’auditorium ospitano una folta delegazione di neo parlamentari a Cinque Stelle come Emilio Carelli e Gianluigi Paragone. Quest’anno, il voto del 4 marzo ha spianato la strada verso Palazzo Chigi e la politica pur essendo inevitabilmente presente, sembra un’ospite indesiderata. Attenzione soprattutto a non definirla la Leopolda pentastellata perché l’associazione – ha spiegato Davide Casaleggio – “non ha nulla a che vedere con la politica. Mio padre studiava costantemente il futuro ed era particolarmente interessato all’abilità di immaginare scenari e tendenze”. Davide è il padrone di casa.

Numerosi gli ospiti presenti tra sociologi, manager e scienziati. Si parla di cultura e molto di intelligenza artificiale. Basta scorrere con lo sguardo la platea e i relatori per rendersi conto di quanto sia storica questa edizione. Si va da Massimo Bray, ex ministro Pd e direttore generale della Treccani al direttore dell’Iit Roberto Cingolani, al pm Nino Di Matteo. Variegata anche la lista di giornalisti e comunicatori: Gianluigi Nuzzi in veste di organizzatore e moderatore accoglie sul palco numerosi volti noti come Luisella Costamagna e l’attesissimo Enrico Mentana.
Scrosciano gli applausi per le parole del filosofo Diego Fusaro quando attacca quel centrosinistra che lascia il popolo fuori dai programmi elettorali: “La sinistra deve ripartire dal lavoro degli sfruttati, non dai migranti”. Reddito di cittadinanza e argomenti generali legati al lavoro sono i temi che trovano un maggior riscontro nella platea con l’intervento di Domenico De Masi, sociologo e autore della ricerca Lavoro 2025 commissionata dal Movimento.

sum #02

Una giornata fondamentale Sum #02 che a margine celebra il legame indissolubile con la Olivetti. L’attenzione maniacale ai dettagli è stata la chiave del successo imprenditoriale di Gian Roberto Casaleggio che proprio nella Olivetti di Roberto Colaninno inizia la sua attività come progettista di software. Una mente lucida con un’unica ossessione: Internet. Anzi, la Rete, come preferiva chiamarla. Poi, anni dopo, l’incontro con Beppe Grillo che cambia la vita di entrambi. Ne nasce uno degli esempi di comunicazione online di maggior successo nel mondo.

Sotto l’apparenza grezza, ci sono importanti reti ideologiche olivettiane, le stesse che hanno forgiato numerosi e insospettabili top manager italiani che proprio nell’azienda piemontese hanno iniziato il loro percorso lavorativo e molti sono seduti tra le file di Sum #02. Nel suo scritto Fini e fine della politica, l’industriale intellettuale Olivetti, già nel 1949 criticava lo stato delle cose molto prima che tutto andasse in crisi, denunciando l’intrinseca debolezza di un sistema basato sulla predominanza partitica.

 

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