Corpo umano, fragilità, oppressione. La mostra “Quando la paura mangia l’anima” è il racconto di Artur Zmijewski su questi temi, delicati quanto potenti. Dal 29 marzo al 12 giugno sarà ospitata al PAC- Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
Artur Zmijewski
Zmijewski, figura radicale e controversa della scena artistica polacca, sfrutta la rappresentazione del corpo umano per rendere materiale la paura, padrona delle nostre vite e strumento di controllo sociale. Le opere dell’artista polacco indagano il rapporto esistente tra le emozioni estreme e le loro espressioni fisiche, palesate nei casi complessi come la malattia o la disabilità, analizzando anche i meccanismi della memoria e del trauma collettivo.
Quando la paura mangia l’anima
Attraverso corpi disabili, persone affette da disturbi mentali e immigrati, l’artista polacco racconta la condizione di paura perenne che vivono questi soggetti all’interno della nostra società. Il titolo della mostra è tratto dal film del 1974 La paura mangia l’anima, di Rainer Werner Fassbinder, a cui si vuole rendere omaggio.
Lucido realismo
Estremamente attuale la video-installazione proiettata su sei schermi, nata a Mosca nel 2017: sei uomini russi, ex soldati impegnati nel conflitto russo—ucraino, svolgono i loro esercizi fisici di routine ma con le menomazioni causate dalla guerra.
I video risultano però sprovvisti di uno sguardo compassionevole: l’inquadratura è stabile, non indugia, non cade mai nella pornografia del dolore, piuttosto si mantiene oggettiva, aspirando alla massima lucidità visiva, al realismo per l’appunto.
Contatto e smarrimento
Nella performance ME AND AIDS (Io e l’AIDS), l’artista è personalmente coinvolto insieme a due performer: i tre artisti si muovono in maniera incerta in uno spazio neutro, come se avessero perso l’orientamento.
Il loro incontro si realizza con violenza: una collisione di corpi forte e dolorosa, a cui fa seguito il suono di un tonfo che ne ingigantisce l’impatto. La sensualità dei corpi nudi e il piacere del contatto lasciano spazio quindi alla paura, al disagio, allo smarrimento. L’artista ci fornisce una narrazione sulle relazioni tutt’altro che romantica, anzi piena di potenziali pericoli resi concreti, in questo caso, dalla contrazione della malattia.
“Quando la paura mangia l’anima” – Artur Zmijewski
Dal 29 marzo al 12 giugno
PAC- Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano
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