Una poliziotta rumena abbraccia tre peluche colorati. Lo scatto che immortala il suo sorriso ha fatto il giro del mondo. Dall’invasione russa del 24 febbraio 2022 chilometri di ucraini in fuga sono in fila al confine con la Romania. Il ponte sul fiume Tibisco è diventato un checkpoint.
Era stato distrutto nel 1944 e ricostruito negli anni Duemila, nessuno immaginava che dovesse affrontare un’altra guerra. Si trova tra la città ucraina di Solotvino e quella rumena di Sighetu Marmatiei.
La guardia di frontiera e i volontari hanno adagiato lungo i lati del ponte orsacchiotti, giocattoli, cavallini, dinosauri, bambole di porcellana. Tutto per strappare un sorriso ai bambini e aiutarli a superare il dolore dell’abbandono.
L’impegno di Save the Children
Save The Children l’ultracentenaria ONG in difesa dei bambini ha stimato che sono centinaia di migliaia i minori che stanno lasciando il Paese.
«Sono bambini infreddoliti e spaventati, dopo giorni e giorni passati all’addiaccio, senza cibo né acqua. Alcuni sono molto piccoli e, con le loro mamme, sono stati costretti a lasciare le proprie case, spesso senza riuscire a portare con sé nulla se non i vestiti che hanno addosso» dice Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children al confine tra Ucraina e Romania.
I bambini che hanno perso i genitori arrivano anche da soli.
Volontari al confine
La Romania condivide con l’Ucraina 650 chilometri di confine con l’Ucraina. Le associazioni di volontariato e la guardia di frontiera aiutano i profughi con i documenti d’ingresso nel Paese per eventualmente fare richiesta d’asilo.
Inoltre forniscono beni di prima necessità e cercare posti alloggio più stabili.
Tra queste la Fondazione Progetto Arca di Milano ha iniziato una missione umanitaria e creato un vero e proprio centro di accoglienza.
Le foto del “ponte dei peluche” come è stato ribattezzato, sono state diffuse su Telegram oltre che su Twitter. A pubblicarle è stata l’Ukrinform, l’agenzia di stampa nazionale ucraina.