Edgar Zambrano, il vicepresidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, è stato arrestato dagli uomini del Servizio di intelligence bolivariano (Sebin). Ad annunciarlo, attraverso il suo canale Twitter, è stato l’autoproclamato presidente Juan Guaidò: «Allertiamo il popolo del Venezuela e la comunità internazionale che il regime ha sequestrato Edgar Zambrano».
Il leader dell’opposizione ha attaccato il regime di Maduro, definendo l’azione della polizia un sequestro. Secondo il deputato Oscar Rondero, dirigente del partito Acción Democrática, al rifiuto di Zambrano di scendere dalla propria auto, la polizia avrebbe utilizzato un’autogru per portarlo fino al carcere di El Helicoide.
Juan Guaidò ha così commentato la vicenda: «Sono arrivati all’assurdità di portarlo via con una gru mentre era a bordo del suo veicolo, violando tutti i processi ed esibendo l’autoritarismo a cui obbediscono. Maduro ha intenzione di disintegrare il potere che rappresenta tutti i venezuelani, ma non ci riuscirà».
L’arresto del vice di Guaidò è arrivato in seguito alla revoca del 7 maggio dell’immunità a causa del tentativo di sollevamento militare del 30 aprile scorso. La revoca dell’immunità era stata notificata anche ad altri sei membri dell’Assemblea nazionale costituente (Anc).
Gli Stati Uniti hanno commentato l’arresto minacciando gravi conseguenze se il deputato dell’opposizione non sarà liberato immediatamente. «La detenzione arbitraria del deputato Edgar Zambrano da parte delle oppressive forze di sicurezza di Maduro in Venezuela è illegale e imperdonabile. Maduro e i suoi complici sono direttamente responsabili della sicurezza di Zambrano» ha specificato in un tweet l’account ufficiale dell’ambasciata americana del Venezuela.
Anche l’Unione Europea ha condannato il gesto, in quanto «costituisce un’altra flagrante violazione della Costituzione del Paese». L’Europa, attraverso un comunicato del Servizio di azione esterna, ha richiesto il rilascio di Zambrano e ha ritenuto il fermo «un’azione politicamente motivata tesa a mettere a tacere l’Assemblea Nazionale».