
Il 5 maggio sono stati assegnati i premi Pulitzer 2025. I prestigiosi riconoscimenti americani per il giornalismo, ma anche per l’arte e la letteratura, hanno onorato i media “odiati” dal presidente americano Donald Trump. In generale si respira un clima negativo in cui la libertà di informazione non è più così scontata e il giornalismo coraggioso porta in alto la bandiera della democrazia.
I VINCITORI 2025
Le categorie premiate sono 22 totali: 15 per i giornalisti e 7 per gli altri ambiti. Il riconoscimento più ambito, quello delle Breaking News, va al Washington Post per la copertura – definita “illuminante e urgente”- del tentato assassinio contro Trump durante la compagna elettorale lo scorso 13 luglio.
And the @PulitzerPrizes goes to — our @washingtonpost team for revealing coverage of the Butler assassination attempt that nearly killed Donald Trump. So proud of the facts we revealed & the drive Posties show in a highly competitive and urgent story. https://t.co/6P3Bv1ShyD pic.twitter.com/5WT4OmLgvW
— Carol Leonnig (@CarolLeonnig) May 5, 2025
Quell’accadimento ha portato anche alla vittoria del New York Times nella categoria “Fotografia breaking news”. Si fa riferimento alla foto, ormai simbolica, di Trump che ferito all’orecchio alzava il pugno. La foto-notizia è stata scattata da Doug Mills. Questa si va ad aggiungere ad altre tre vittorie del NYT. Tra cui “Miglior giornalismo internazionale” per il lavoro del reporter Declan Walsh per la copertura della guerra civile in Sudan, soprattutto per il traffico illegale dell’oro, una delle cause principali del conflitto.
Il “Public Service”, il premio del giornalismo per il bene pubblico, è stato vinto per il secondo anno da ProPublica. Grazie al lavoro di Kavitha Surana, Lizzie Presser, Cassandra Jaramillo e Stacy Kranitz che hanno raccontato come, a causa del divieto dell’aborto in alcuni stati americani, i ritardi nelle cure abbiano portato alla morte di alcune donne.
La categoria “Giornalismo investigativo” è andata all’agenzia di stampa Reuters. Premiato il suo lavoro “audace” sulle leggi che hanno permesso di vendere a prezzi bassi nel Nord America il Fentanyl, l’oppioide responsabile della morte per overdose di numerosi americani.
SCELTE CORAGGIOSE
Premiata anche Ann Telnaes, la vignettista costretta a lasciare il Washington Post a gennaio 2025. Questo poiché la testata si era rifiutata di pubblicare una sua vignetta sui mega miliardari del settore tecnologico, compreso Jeff Bezos, proprietario di Amazon e del Washington Post stesso.
Jeff Bezos never wanted this cartoon to become public.
He killed it, and as a result, pulitzer prize editorial cartoonist Ann Telnaes quit.
Make sure everyone sees this cartoon. pic.twitter.com/hrvdGeowGO
— Aaron Parnas (@AaronParnas) January 4, 2025
Rilevante anche il premio “Commento” dato al poeta palestinese Mosab Abu Toha, per il suo lavoro sulla “carneficina fisica ed emotiva a Gaza”, pubblicato sul New Yorker. Il comitato ha sottolineato che reportage come questi testimoniano “l’esperienza dei palestinesi” durante i recenti bombardamenti. Lo stesso Toha ha commentato la vittoria dicendo «Che porti speranza, che diventi una storia», citando le ultime parole della poesia “If I Must Die” dello scrittore palestinese – e suo amico – Refaat Alareer, ucciso nel dicembre 2023 da un attacco israeliano a Gaza.

E ancora la categoria “National Reporting” è stata vinta dalla redazione del Wall Street Journal per aver raccontato l’entrata conservatrice in politica di Elon Musk e la sua storia personale, oltre ai suoi rapporti con il presidente russo Vladimir Putin.
L’OMBRA DI DONALD TRUMP
Donald Trump sembra influenzare, in positivo o negativo, qualunque cosa: dall’economia mondiale alle elezioni in Canada. Lo stesso vale per i premi Pulitzer 2025. I riconoscimenti americani più prestigiosi in ambito giornalistico e non solo sembrano essersi trasformati in una dichiarazione politica esplicita. È evidente come ad essere premiati sono stati i media fortemente critici nei confronti della seconda amministrazione Trump.

Marjorie Miller, amministratrice dei premi Pulitzer, ha presentato alla Columbia University i vincitori 2025 con parole che non lasciano spazio ad interpretazioni: «Dopo anni di severe pressioni finanziarie e licenziamenti, in mezzo ai pericoli di coprire guerre e disastri naturali, giornalisti e scrittori affrontano ulteriori minacce sotto forma di molestie legali (…) Questi sforzi cercano di silenziare le critiche, modificare o riscrivere la storia. Sono un tentativo di erodere il Primo Emendamento della nostra Costituzione, che garantisce la libertà di parola». Ha poi proseguito: «Quello che vedrete nei nostri finalisti e vincitori del giornalismo sono reportage coraggiosi e narrazioni d’impatto provenienti da redazioni indomabili». La premiazione è stata, quindi, una celebrazione e una difesa di quello che un tempo era il quarto potere, ma che ora è sempre più ostacolato dal governo.
A RISCHIO LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE USA
Nella classifica World Press Freedom Index 2025, Reporter Senza Frontiere, l’organizzazione in difesa del giornalismo, ha classificato gli Stati Uniti 57esimi, finendo nella categoria dei paesi “problematici”. Un calo impressionante rispetto alla prima classifica del 2002 in cui il Paese si posizionava al 17esimo posto. Hanno posizioni più alte Belize, Canada, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Giamaica e Panama. Per stilare la classifica si tiene conto di diversi fattori. Tra questi, il tipo di azioni legali che coinvolgono i giornalisti, i danni fisici che potrebbero subire e la loro indipendenza nell’occuparsi di temi politici.
Le ORIGINI del PREMIO PULITZER
Istituito nel 1917 per onorare il giornalista Joseph Pulitzer, il premio Pulitzer viene assegnato annualmente e celebra il giornalismo accurato e coraggioso. Pulitzer era un immigrato ebreo ungherese arrivato negli Stati Uniti nel 1864 come soldato arruolato nell’esercito dell’Unione durante la guerra civile. Inizialmente inviato del Washington Post, nel 1883 ha comprato il New York World. Ben presto è diventato un giornale noto per essere indipendente dai partiti politici, da finanziamenti e da altri interessi. Nonostante questo, la testata ha chiuso nel 1931, mentre l’altro giornale di Pulitzer, il St. Louis Post-Dispatch, è tuttora in stampa.
Congratulations to the 2025 Pulitzer Prize winners and finalists! Click below to read more about the honorees. https://t.co/DMc8Ulcy90
— The Pulitzer Prizes (@PulitzerPrizes) May 5, 2025
Nel 1892 Pulitzer aveva proposto alla Columbia University un finanziamento per istituire la prima scuola di giornalismo degli Stati Uniti. Sebbene il primo rettore della Columbia non avesse accettato, con l’arrivo di Nicholas Murray Butler l’idea aveva preso vita. Pulitzer è morto nel 1911, lasciando all’università più di 2 milioni di dollari per finanziare il Master. È stata la Columbia University a istituire poi, nel 1917, il premio in suo onore.