
La sindaca di Los Angeles Karen Bass ha imposto il coprifuoco dalle 8 di sera alle 6 di mattina nel centro della città. La decisione, comunicata martedì 10 giugno, arriva dopo una serie di operazioni coordinate dall’ICE – l’agenza americana che controlla immigrazione e dogane – che hanno portato all’arresto di centodiciotto persone sospettate di essere migranti irregolari.
Negli ultimi giorni ci sono state diverse manifestazioni contro l’amministrazione Trump in molte delle principali città statunitensi. A partire da Los Angeles, le rivolte si sono estese a New York, Boston, Atlanta, Chicago, Austin, Dallas, San Francisco e Philadelphia.
La decisione di Bass e la risposta di Trump
«L’ordine che ho firmato non ha limiti di tempo: il coprifuoco in centro città andrà avanti finché sarà necessario. Dipende dal comportamento dei federali dispiegati senza necessità in città dall’amministrazione Trump, che stanno provocando le proteste. La mia speranza è che gli abitanti di Los Angeles possano manifestare ma rispettando le regole», ha detto Karen Bass. E ha aggiunto: «Il coprifuoco è limitato solo a 2,5 chilometri quadrati dell’area cittadina, quello dove ci sono gli edifici federali presi di mira dagli attivisti. L’obiettivo non è quello di impedire le proteste, in gran parte pacifiche, ma di fermare gli atti vandalici e i saccheggi».
In tutta risposta, Donald Trump ha scritto su Truth: «Los Angeles è stata al sicuro nelle ultime due notti. La nostra grande Guardia Nazionale, con un po’ di aiuto dei Marines, ha messo la polizia di Los Angeles nella condizione di svolgere in modo efficace il proprio lavoro». Il presidente se l’è poi presa con il governatore della California, Gavin Newsom. «Ha totalmente perso il controllo. Dovrebbe ringraziare per avergli salvato il c**o, invece di cercare di giustificare i suoi errori e la sua incompetenza», ha dichiarato. Inoltre dalla Casa Bianca fanno sapere che Trump firmerà misure per abrogare le norme sui veicoli elettrici in California. Una decisione che pare l’ennesimo affronto allo stato democratico guidato da Newsom.
Cosa ci si aspetta dai prossimi giorni
La situazione potrebbe degenerare sabato, quando a Washington ci sarà la parata militare voluta da Trump per celebrare i 250 anni dell’esercito. Stando ad alcune previsioni, quel giorno avranno luogo almeno 1.500 proteste in 1.400 città americane, sotto lo slogan “No kings”.
Si tratterà del più grande raduno anti-Trump dall’inizio della sua seconda presidenza. Gli organizzatori hanno deciso di evitare manifestazioni nella capitale per «non dare all’amministrazione Trump l’opportunità di fomentare il conflitto e poi focalizzare l’attenzione su di esso».
Si attendono però cortei tra Virginia e Maryland. Trump ha minacciato di usare la forza contro eventuali proteste, dopo aver difeso la sua decisione di mandare 4.000 uomini della Guardia Nazionale e 700 marines in appoggio alla polizia di L.A. contro «l’anarchia», «i nemici stranieri», «gli animali che invadono il nostro Paese».