California, si allarga la rivolta: Trump mobilita i marines

Da Los Angeles a San Francisco. Le proteste contro gli arresti di presunti immigrati irregolari in California si allargano come un road trip sulla east coast. Le manifestazioni scoppiate venerdì in maniera pacifica sono sfociate in atti di vandalismo, nell’invio di 300 membri della guardia nazionale e in più di 200 arresti. Trump grida all’insurrezione e approva la mobilitazione dell’esercito inviando 700 marines. Ma il governatore democratico della California Gavin Newsom minaccia di fermare il dispiegamento: « È un abuso di potere».

Cos’è successo?

Le proteste sono scoppiate venerdì 6 giugno, dopo che l’ICE (Agenzia Federale per il controllo delle frontiere) ha arrestato decine di presunti migranti irregolari. Nei giorni successivi, si sono registrati alcuni casi di violenza che, secondo alcune fonti della polizia di Los Angeles, erano stati circoscritti e contenuti.

Nonostante questo, il presidente Trump ha autorizzato l’invio della Guardia Nazionale – l’unica branca dell’esercito che può essere mobilitata sia dal presidente che dai governatori e che, generalmente, ricade sotto il controllo locale. È simile a un reparto di riservisti, non in servizio continuo, ma mobilitati in casi di gravità come condizioni climatiche estreme.

L’ultima volta in cui è stata attivata la Guardia Nazionale su richiesta di un Presidente, scavalcando la prerogativa statale, è stato nel 1965. Erano gli anni di Lyndon Johnson e delle manifestazioni per i diritti civili e della comunità afroamericana. Il presidente ordinò il dispiegamento del corpo militare per proteggere i manifestanti della storica marcia da Selma a Montgomery, in Alabama.

La mobilitazione, però, non si ferma qui. Trump ha approvato anche l’invio di circa 700 marines. L’obiettivo dichiarato del tycoon è quello di raggiungere una cifra simbolo di 3.000 arresti.

Gary Newsom, il dem che sfida Trump

Da Los Angeles, però, arriva l’opposizione del governatore statale. È Gavin Newsom, 57 anni, democratico, a capo del governo californiano dal 2019 ed ex-sindaco di San Francisco. Una figura in ascesa nel panorama politico nazionale che, in un futuro prossimo potrebbe sfidare proprio Trump nella sfida alla presidenza.

La scelta di Trump, per i Newsom, sembra avere poco a che fare con il mantenimento dell’ordine. Il presidente americano minacciava da tempo l’uso della forza contro le città e gli Stati governati dai democratici, secondo lui non in grado di mantenere la legge e l’ordine. E le proteste di Los Angeles sono state l’occasione perfetta. Lo scontro è acceso e potrebbe essere anche il momento perfetto per Newsom, che ha già minacciato di fare causa al governo.

Ettore Saladini

Laureato in Relazioni Internazionali e Sicurezza alla LUISS di Roma con un semestre in Israele alla Reichman University (Tel Aviv). Mi interesso di politica estera, politica interna e cultura. Nel mio Gotha ci sono gli Strokes, Calcutta, Martin Eden, Conrad, Yitzhak Rabin, Jung e Wes Anderson.

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