Prima seduta del G20 a Delhi: focus sulla guerra in Ucraina

Si è tenuta ieri la prima seduta del G20 a Delhi, in India. Il focus è stato la guerra in Ucraina, motivo di scontro tra il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. L’incontro si è concluso senza una dichiarazione congiunta.

Le richieste di Blinken

Si trattava del primo incontro tra il Ministro russo e il Segretario di Stato americano da giugno 2022. Durante il confronto, il Segretario Blinken ha sottolineato tre punti principali. Prima di tutto, gli Stati Uniti continueranno a sostenere l’Ucraina nel conflitto con la Russia «per tutto il tempo che sarà necessario». O, almeno, fino a quanto Putin non deciderà di ritirare le truppe. Cosa che, dopo il recente attacco ucraino a Kolomna, città a 113 km da Mosca, non sembra realizzabile nel breve periodo.

Il secondo punto consiste nella richiesta al Cremlino di fare dietro-front rispetto alla sospensione della partecipazione al trattato nucleare New START. Il documento fu firmato a Praga nel 2010 dall’ex Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e dall’ex Presidente russo Dmitry Medvedev. Già prima dell’annuncio, negli ultimi mesi gli USA avevano ripetutamente accusato la Russia di violare le disposizioni del trattato, in particolare il regime di ispezioni.

Terzo e ultimo punto vede la richiesta di rilascio da parte di Mosca di Paul Whelan, l’ex marine statunitense condannato in Russia per presunto spionaggio. Il 53enne fu arrestato il 28 dicembre del 2018, e condannato il 15 giugno del 2020 a 16 anni di reclusione. 

Paul Whelan, l’ex marine statunitense arrestato in Russia (fonte CNN)
Lo scontro sulla guerra in Ucraina

Lavrov ha poi incontrato la sua controparte cinese rappresentata da Qin Gang. Subito dopo ha espresso un «rifiuto unanime dei tentativi di interferire negli affari interni di altri paesi, di imporre approcci unilaterali attraverso ricatti e minacce e di opporsi la democratizzazione delle relazioni internazionali». Secondo la Russia, gli Stati Uniti avrebbero fatto troppe pressioni sui leader del G20 per condannare l’invasione in Ucraina e sanzionare la Cina nel caso offrisse armi a Mosca. Il Segretario di Stato aveva infatti precedentemente affermato che Pechino stesse valutando di offrire armi e munizioni alla Russia. Ipotesi negata dal governo di Beijing.

Il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo cinese Qin Gang (fonte Agenzia Anadolu)

Blinken ha ribattuto: «Dobbiamo continuare a chiedere alla Russia di porre fine alla sua guerra di aggressione e di ritirarsi dall’Ucraina per il bene della pace internazionale e della stabilità economica». Poi, rivolgendosi alla Cina, ha aggiunto: «Non può presentarsi pubblicamente come una forza per la pace mentre, in un modo o nell’altro, continua ad alimentare le fiamme del fuoco acceso da Vladimir Putin». Anche il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, in accordo con la rappresentanza americana, ha esortato Pechino a «usare l’ influenza su Mosca per sollecitare il ritiro delle truppe russe e non consegnare armi all’aggressore, la Russia».

Il G20

Questo è stato il 18esimo incontro del Gruppo dei 20, il cui scopo sarebbe quello di discutere dell’evoluzione dell’economia mondiale. La prima seduta risale al 1999, mentre l’ultima si era tenuta a Bali tra il 15 e il 26 novembre 2022. L’India, che ha ospitato la prima edizione del 2023, aveva tentato di escludere le questioni del conflitto russo-ucraino, ma la presenza di Lavrov al meeting ha calamitato l’attenzione dei leader occidentali. Il Primo Ministro indiano Narendra Modi, aveva vanamente invitato in un video i partecipanti a concentrarsi sulla crisi finanziaria, sul cambiamento climatico, sulla pandemia e il terrorismo. Una cosa è sicura per il Premier Modi: «la governance globale ha fallito».

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