Meta, niente accordo con Siae. Musica italiana rimossa dai social

La mattina del 16 marzo un portavoce di Meta ha comunicato: «Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae». La società di Mark Zuckerberg è ancora al centro della bufera, dopo aver licenziato decine di migliaia di dipendenti negli ultimi mesi.

La tutela dei diritti d’autore

«La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità», ha continuato il portavoce di Meta.  «Per questo motivo – ha aggiunto – da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae nella nostra libreria musica». Il mancato accordo interessa i social di Zuckerberg Instagram, Facebook e WhatsApp.

I Social Network di proprietà di Meta

Coinvolte le canzoni di artisti italiani come ad esempio Fedez, Blanco ed Elodie. La Siae gestisce tutta la musica distribuita in Italia.

La rimozione della musica sui social

La procedura di rimozione avrà inizio oggi. Le storie con audio – i cui diritti sono proprietà di Siae – verranno silenziate. A meno che l’utente non scelga un brano appartenente al catalogo di Instagram e Facebook. Il blocco al momento appare inevitabile. Ma in futuro Meta potrebbe trovare soluzioni alternative. «Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 Paesi nel mondo – spiega la società californiana – e continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con Siae».

La replica di Siae

La Siae spiega che quella di Meta è stata una proposta unilaterale. «A Siae viene richiesto di accettare un’offerta di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dall’effettivo valore del repertorio».

La Società Italiana Autori ed Editori (Siae)

Secondo quanto riferisce la Siae, Meta si sarebbe rifiutata di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo. «Ciò è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright – ha dichiarato la società italiana – per la quale gli autori ed editori di tutta Europa si sono fortemente battuti». Da quanto emerge, la proposta del colosso californiano era troppo bassa e avrebbe sfruttato «la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana».

Un periodo di difficoltà per Meta

La posizione dell’azienda californiana potrebbe essere influenzata dalle difficoltà economiche degli ultimi mesi. «Renderemo la nostra organizzazione più piatta rimuovendo più livelli di gestione – ha affermato Zuckerberg in un post su Facebook – nei prossimi due mesi annunceremo piani di ristrutturazione annullando progetti con priorità inferiore e riducendo i nostri tassi di assunzione».

Il CEO di Meta ha poi parlato di altri 10 mila licenziamenti, dopo altrettanti effettuati lo scorso novembre. Il 2023 sarà un «anno di efficienza per ridurre le spese».

 

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

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