La testata Al Jazeera espulsa da Israele

È successo domenica 5 maggio. Il gabinetto israeliano ha votato all’unanimità. La testata, originaria del Qatar, Al Jazeera è stata ufficialmente bloccata dallo stato di Israele. La notizia è stata annunciata qualche ora dopo dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, con un semplice post su X, ex piattaforma Twitter. Questo è stato poi immediatamente condiviso su altri profili di politici israeliani, la notizia ha iniziato così a fare il giro del mondo. Anche alcune testate italiane come Il Corriere della Sera e Repubblica ne hanno parlato.

Le motivazioni

Il governo israeliano ha votato e gli uffici del giornale qatariota sono stati chiusi e confiscati nella stessa giornata di domenica 5 maggio. Un raid della polizia ha confiscato tutta l’attrezzatura, telefoni cellulari e computer del personale compresi, nell’ufficio di Gerusalemme est – all’interno dell’Hotel Ambassador. La decisione di Israele e del Primo Ministro Benjamin Netanyahu è stata condannata dall’ONU, che sostiene sia un limite pesantissimo alla libertà di stampa. Israele si è giustificato sostenendo che Al Jazeera fosse “una minaccia per la sicurezza nazionale”, e ha esplicitamente assimilato il giornale al gruppo di Hamas e all’Iran.

Testata israeliana Haaretz

Netanyahu non è il primo a intraprendere questa strada nei confronti della testata. Il giornale era già stato bannato sia in Egitto che negli Emirati. Le accuse al governo israeliano non sono arrivate solo dall’ONU, ma anche dalla stessa testata israeliana Haaretz. Qui diversi articoli hanno descritto la decisione come “l’ennesima mossa sbagliata e controproducente di Netanyahu”. Intanto il pubblico internazionale continua ad additare Israele come regime autoritario.

Le implicazioni

Cosa accade ora? Il banno è facilmente aggirabile. Al Jazeera utilizza sempre le reti internet, attraverso le quali la popolazione può continuare a informarsi. Il problema è che non potrà più avere corrispondenti, o uffici, dentro a Israele. Non è una novità, i giornalisti internazionali a cui è stato permesso di entrare dal 7 ottobre (riaccensione dei conflitti con Gaza) sono davvero pochissimi. Per il giornale qatariota è, però, un punto molto scomodo. La testata è da ormai da sette mesi che riporta giorno per giorno e ora per ora l’andamento della guerra. Ha perso anche diversi dipendenti sotto i bombardamenti.

Il banno dovrebbe avere una durata di 45 giorni. Ma in coerenza con la legge passata il primo aprile, che permette al governo di chiudere le testate considerate pericolose per la sicurezza nazionale, il blocco sarà probabilmente prorogato a tempo indeterminato. Al Jazeera ha già avuto problemi con Israele. Netanyahu aveva cercato di bloccare il giornale nel 2017, e nel 2021 un missile aveva distrutto l’ufficio della testata da Gaza.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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