La «caccia alle streghe» contro le minoranze sessuali in Uganda

Mentre a Milano fa discutere la decisione del prefetto di bloccare la registrazione anagrafica per figli di coppie dello stesso sesso, in Uganda sono in corso violenti attacchi contro la comunità LGBTQ+. Nello scorso mese, più di 110 persone hanno denunciato arresti e aggressioni al Gruppo di Difesa delle Minoranze Sessuali in Uganda (Smug) a causa di nuova legge anti-omosessulità.

La «Anti-homosexuality Bill»

I parlamentari ugandesi hanno appena rilanciato un disegno di legge controverso, presentato dall’ On. Asuman Basalirwa. La mozione condanna «qualsiasi forma di rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso e vieta la promozione o il riconoscimento di tali rapporti». L’Onorevole, nel presentare l’atto legislativo, ha descritto l’omosessualità come un «cancro, un torto umano». Anche la portavoce della Camera Anita Among ha espresso la piena opposizione alla comunità LGBTQ+, ribadendo che la legge agirà «contro un vizio che è minaccia per la società». I parlamentari si aspettano per l’Uganda 2040 «una popolazione sana e produttiva, in cui è «garantita la procreazione». 

L’Onorevole Basalirwa presenta il disegno di legge in Parlamento

Il Paese ha una religione fortemente cristiana e conservatrice, che non ha mai visto di buon occhio le minoranze sessuali sin dall’era coloniale. Il Presidente ugandese Yoweri Museveni ha recentemente dichiarato che l’influenza occidentale sta imponendo le proprie opinioni per costringere gli altri stati a «normalizzare» quelle che ha definito «deviazioni». Un primo disegno di legge simile era già stato proposto nel 2014, ma fu dichiarato «nullo e non valido» dalla Corte Costituzionale. La presidente del parlamento aveva consentito di votare sulla misura nonostante non fosse presente un numero sufficiente di parlamentari. Nel 2019 i Parlamentari promisero un nuovo atto che addirittura avrebbe previsto la pena di morte per i reati di omosessualità, già puniti con l’ergastolo

La pena di morte

La mozione si struttura in un lunghissimo elenco di reati legati alla vita sessuale LGBTQ+, accompagnati dal numero di anni di condanna. Non sembra si parli di pena capitale, ma nell’intero scritto si legge una sola volta la parola «death» (morte). L’ultima versione dell’atto cita testualmente: «Crimine significa un reato che è dichiarato dalla legge come un crimine o se non dichiarato come un crimine, il reato è punibile senza prova di precedente condanna, con la morte o con reclusione per tre anni o più». Non è chiaro quando e come verrà attuata la pena di morte, ma è presente nel documento. L’approvazione di questa legge potrebbe dunque punire in maniera ancora più pesante le minoranze sessuali del Paese.

Pagina 2 della mozione anti-omosessualità
La lotta degli attivisti

Vittime non solo gli omosessuali, ma l’intera comunità LGBTQ+, in particolare i transgender. Tutte le denunce dell’ultimo mese, tra cui arresti, violenze sessuali, sgomberi e svestizione pubblica, sono state raccolte dal Gruppo di Difesa delle Minoranze Sessuali in Uganda (Smug). «Non vedevamo niente di simile da anni», ha detto il direttore Frank Mugisha. Secondo un rapporto del Ministero degli Affari Interni, a gennaio 26 organizzazioni erano o erano state sotto inchiesta governativa per coinvolgimento nella difesa LGBTQ+. Una vera e propria «caccia alle streghe» – dichiara Mugisha – «Fa parte di una mossa deliberata, calcolata e molto sistematica di gruppi all’interno del governo, del parlamento e degli evangelici conservatori che cercano di cancellare la comunità LGBTQ+». 

Manifestante LGBTQ+ (fonte VOA News)

Il parlamento ugandese sta indagando sul «deterioramento delle attività omosessuali nelle scuole». Un esempio è l’arresto di un’insegnante nella città di Jinja con l’accusa di «promozione dell’omosessualità» e per il sospetto che fosse lesbica. Molte persone sono state costrette a fuggire dalle loro case per evitare l’arresto, ma a preoccupare ora non è solo la polizia, ma la società stessa. «Le cose sono precipitate al peggio. Prima c’era la paura delle forze dell’ordine, ma non la paura delle comunità, dei comuni ugandesi», ha detto il direttore di Smug. Inoltre, il Paese ha anche rifiutato di rinnovare il mandato dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), che scadrà alla fine di questo mese.

Piccoli passi in avanti

La situazione non è molto diversa nel resto dell’Africa. Dei 69 paesi che condannano l’omosessulità, il Continente ne conta 33, questo probabilmente è dovuto ad un’ideologia conservatrice tramandata dall’epoca coloniale. Nonostante ci siano ancora casi di eclatante minaccia ai diritti umani, sono stati fatti dei piccoli passi avanti. Per esempio, nel 2021 il Botswana ha depenalizzato la condotta omosessuale consensuale; il nuovo codice penale dell’Angola non discriminerà più l’orientamento sessuale; tutte le ex colonie portoghesi in Africa hanno depenalizzato i rapporto omosessuali. Ovviamente questi sono solo alcuni casi che evidenziano la voglia di superare quelle leggi arcaiche, ma ciò che sta succedendo in Uganda mostra che c’è ancora molto lavoro da fare.

 

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