In Brasile cresce la paura per la febbre dengue

Negli ultimi mesi il Brasile ha visto moltiplicarsi i casi di febbre dengue. La diffusione del virus, trasmesso dalle zanzare, sta assumendo sempre di più i contorni di un’epidemia. Lo stato di emergenza non riguarda solo il Paese carioca, ma tutto il Sudamerica. Ed ora si guarda con attenzione ad un possibile rischio anche per l’Europa.

Emergenza sanitaria in Brasile

Sono oltre 1,5 milioni i casi di Dengue confermati in Brasile nel 2024, tra i quali già 278 vittime. Numeri che in valori assoluti forse non rendono la gravità del fenomeno, specialmente agli occhi di chi ricorda ancora le statistiche della pandemia da Covid-19. Ma basta esaminare i dati dell’anno scorso per avere immediatamente le prove di un confronto allarmante. In tutto il 2023, i casi in Brasile erano stati poco più di 3 milioni, per un totale di 4,5 milioni in tutto il continente americano. Oggi quest’ultimo dato riporta, solo a marzo, quasi 2 milioni di contagi, dei quali – come detto – oltre il 75% nel solo Brasile.

Pochi giorni fa il Washington Post stimava che entro la fine dell’anno i casi potrebbero aumentare fino a 4,2 milioni. Il governo sta quindi cercando di sensibilizzare la popolazione, mentre diversi Stati hanno già dichiarato lo stato di emergenza. Tra questi anche i popolosissimi Rio Grande do Sul, Rio de Janeiro, San Paolo e il distretto federale di Brasilia, la capitale. Ma l’allerta non è solo in Brasile: in Paraguay, per esempio, sono già più di 160 mila i casi di febbre dengue, con 43 morti accertate quest’anno.

Un addetto impegnato nella disinfestazione in Brasile.
Un virus trasmesso dalle punture di zanzara

Ma che cos’è la Dengue? E come si contrae? Il virus Dengue appartiene al genere Flavivirus e comprende 4 sierotipi, indicati come DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4. La trasmissione del virus avviene attraverso le zanzare del genere Aedes che, dopo aver punto un individuo malato, diventano veicolo per il trasferimento dell’agente patogeno alle persone punte successivamente. L’estrema diffusione delle zanzare nel mondo fa sì che la Dengue sia endemica in oltre 100 Paesi, che vanno dal Sudamerica al Sud-Est asiatico, dall’Australia all’Africa.

Una zanzara della specie Aedes aegypti (Fonte: US Government department: Public Health Image Library, Centers for Disease Control and Prevention)

La malattia, conosciuta da oltre un secolo, ha conosciuto un’enorme crescita negli ultimi decenni e ad oggi rappresenta la più pericolosa malattia virale trasmessa dalle zanzare all’uomo. Sebbene in molti casi l’infezione sia asintomatica, sono state descritte anche forme molto gravi, persino letali, della malattia. Il sintomo più conosciuto è un’irritazione cutanea simile al morbillo, ma ce ne possono essere altri, comuni ad altre infezioni. I casi sintomatici possono presentare febbre elevata, accompagnata da mal di testa, dolori agli occhi, dolori muscolari, nausea e vomito.

Per la febbre dengue non esistono terapie precise. Generalmente l’infezione passa da sola dopo alcuni giorni, per il resto i medici consigliano il riposo e limitano le prescrizioni ai farmaci che possano alleviare i sintomi più gravi. È importante anche garantire una buona idratazione, specialmente all’insorgere, nei casi più gravi, di sintomi emorragici. Viste le circostanze emergenziali, la comunità scientifica è al lavoro sulla produzione di vaccini, già esistenti ma disponibili solo in alcuni Paesi e solo per i soggetti a rischio.

Un cocktail di malattie che fa paura all’Europa
Una zanzara tigre (Aedes albopictus).

La febbre dengue non è l’unica minaccia portata dalle zanzare. La zanzara Aedes aegypti, infatti, è portatrice anche dei virus Zika e Chikungunya, simili alla Dengue ma meno letali. Inoltre, non mancano casi di Dengue trasmessa dalla Aedes albopictus, la comune zanzara tigre. Quale che sia l’insetto, la soluzione più efficace, naturalmente, rimane la prevenzione. Per evitare di entrare in contatto con le zanzare restano validi repellenti, zanzariere e indumenti coprenti, particolarmente in alcune ore della giornata.

E a questo punto viene spontaneo chiedersi: c’è pericolo che una simile epidemia virale approdi in Europa? Nei porti e aeroporti italiani si è alzato il livello di allerta: gli esperti tengono monitorata la situazione, ma per ora non diffondono allarmismi. Tra gennaio e febbraio in Italia si sono registrati 48 casi di Dengue, tutti “importati” dall’estero, ma il ministro della salute Orazio Schillaci ha rassicurato definendo la situazione “sotto controllo”. Il pericolo maggiore, a questo punto, potrebbe essere rappresentato non tanto dall’arrivo di individui contagiati nel Paese, ma dalle condizioni climatiche che favoriscono la diffusione degli insetti. L’aumentare delle temperature potrebbe infatti estenderne l’areale, rendendo ancora più difficile la “guerra alle zanzare”.

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