Funerali di Navalny, migliaia i presenti

Dopo 14 giorni, Alexei Navalny, il dissidente russo morto lo scorso 16 febbraio, è stato sepolto nella chiesa Icona della Madre di Dio, a sud di Mosca.
Ordini dall’alto hanno imposto un rito “abbreviato” . Ma il Cremlino «non ha nulla da dire» ha commentato il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov. In tutto il mondo milioni di persone hanno seguito in diretta streaming il funerale. Ma questo non è stato possibile in Russia.

Il funerale

Fiumi di persone si sono riunite fuori dalla chiesa nella periferia della città di Mosca, in attesa dell’arrivo della salma. Verso le ore 12, al grido di «Navalny, Navalny!» la folla ha accolto la bara di colore marrone. E, una volta all’interno, il feretro è stato aperto, secondo la tradizione ortodossa. Circondato dai genitori e dai parenti più stretti, candelabri color oro e ricoperto di rose rosse e bianche.
Tutto, però, è avvenuto sotto l’occhio vigile della polizia russa e alcuni camion della polizia antisommossa. Che non sono intervenuti nemmeno ai cori «Russia sarai libera» e «Russia senza Putin». Al termine della funzione, il feretro è stato trasportato al cimitero Borisovskoye, seguito dalla folla.

Le difficoltà di pianificazione

La pianificazione del funerale dissidente ha avuto non poche difficoltà. E, come riporta il portavoce dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, Peter Stano, le «autorità russe erano nel panico» per le possibili ripercussioni della funzione.
Dopo la battaglia della famiglia per la restituzione la salma, l’agenzia russa Novaya Gazeta ha rivelato che molte imprese funebri e chiese hanno rifiutato di organizzare i funerali. Affiliazione politica o minacce, la motivazione non è chiara. Ma ciò che è chiaro è che la famiglia, e la moglie, Yulia Navalnaya, non hanno avuto pace. «Non so come vivere senza di te, riposa in pace». Ha scritto su X la moglie del dissidente.

I presenti

Oltre ai cittadini e la famiglia, al funerale erano presenti anche politici e rappresentanti di alcuni paesi esteri. I due candidati “pacifisti”, squalificati dalle presidenziali russe di metà marzo, Boris Nadezhdin e Ekaterina Duntsova. « Oggi è un giorno tragico, una perdita non solo per la famiglia, ma anche per la Russia”. Lo ha dichiarato Nadezhdin. «Speriamo che l’addio avvenga senza incidenti, penso che rivedrò molti mie compagni che lottano per la Russia libera”. Al funerale erano presenti anche l’ambasciatore americano in Russia, Lynne Tracy, l’ambasciatore tedesco, Alexander Graf Lambsdroff, e quello francese, Pierre Levy. A rappresentare l’Italia, Pietro Carini, incaricato d’affari.

Vittoria Giulia Fassola

Classe 2001. Ligure e anche un po' francese. Laureata in International Relations and Global Affairs, all'Università Cattolica di Milano. Mi interesso di politica estera e di tutto ciò che penso valga la pena di raccontare. Il mio obiettivo? Diventare giornalista televisiva.

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