
Donald Trump ha parlato. Dati alla mano, letteralmente, ha annunciato dazi reciproci per numerosi paesi, tra cui Cina, Giappone e Sud Corea. Riuscendo così in un’impresa non da poco: unire i tre stati in una controffensiva storica.
Cina, Giappone e Sud Corea vs Stati Uniti
Dopo l’annuncio dei dazi reciproci statunitensi, il ministro dell’Industria sudcoreano Ahn Duk-geun, il suo omologo giapponese Yoji Muto e il ministro del Commercio cinese Wang Wentao hanno dichiarato di voler «continuare le discussioni con l’obiettivo di accelerare i negoziati verso un accordo trilaterale di libero scambio globale» ed «equo», si legge in una dichiarazione congiunta. Aprendo così la strada ad una possibile cooperazione economica senza precedenti.
Agitazione nelle Borse
Non solo i governi. Anche le Borse asiatiche hanno risentito dell’agitazione scaturita dall’incertezza nel panorama finanziario in seguito all’imposizione dei dazi reciproci di Trump. Tokyo ha perso il 3,9%, Seul il 3%, Taipei addirittura il 4.2%. Più contenuti, invece, i cali dei listini cinesi: -1,6% a Shanghai e Hong Kong, -0,8% a Shenzhen.
A guidare la caduta sono stati i titoli tecnologici e digitali, da Hua Hong Semiconductor, la seconda azienda produttrice di chip in Cina, ad Alibaba Health Information Technology.
Nuova frontiera: il libero scambio
Cosa faranno quindi Cina, Giappone e Sud Corea per contrastare i dazi americani? La risposta sta nel vertice andato in scena il 30 marzo a Seul. Prima riunione trilaterale dal 2019, in cui i dei ministri del Commercio dei tre paesi asiatici hanno posto alcune direttive necessarie per far fronte alla nuova “guerra economica”. Tra le quali anche il libero scambio, o meglio «un sistema commerciale multilaterale aperto, trasparente e basato sulle regole». Se dovesse materializzarsi, quindi, questa nuova cooperazione triangolare costituirebbe un passo importante nelle relazioni fra Cina, Giappone e Sud Corea. Soprattutto dopo il rafforzamento dell’alleanza delle ultime due con gli Stati Uniti e persino con la Nato.