Attentato in Francia: arrestate altre tre persone

Sono state arrestate altre tre persone oltre all’attentatore di Mulhouse, città francese a pochi chilometri dal confine con la Germania. Nella sera di sabato un uomo si è scagliato contro un gruppo di persone uccidendo un cittadino portoghese di 69 anni.

L’attentato

Questa volta è accaduto a Mulhouse, nella serata di sabato 22 febbraio, poche ore dopo l’apertura delle urne in Germania. Il responsabile, l’algerino Brahim Abdessamed, ha preso di mira un gruppo di persone a margine di una manifestazione per il Congo, a pochi metri da un mercatino. Armato di coltello e cacciavite ha gridato “Allah u Akbar” per poi scagliarsi contro la folla. I poliziotti sono intervenuti ma un cittadino portoghese di 69 anni si è frapposto tra Abdessamed e gli agenti, restandone ferito a morte. Il bilancio dell’attentato è quindi di un morto e cinque feriti. Due poliziotti sono gravi dopo aver riportato ferite al torace e alla carotide, mentre gli altri tre hanno riportato ferite lievi.

Gli arresti

L’algerino Brahim Abdessamed, 37 anni, era schedato in Francia come a rischio radicalizzazione islamista e aveva ricevuto l’ordine di lasciare il paese e non tornarci per i prossimi 10 anni, quando si è avventato sulla folla al grido di “Allah u Akbar”. Nelle ore successive all’attentato, le autorità hanno arrestato altre tre persone vicine ad Abdessamed: due sono suoi familiari e il terzo è la persona che offriva loro alloggio. Il soggetto era già noto alle autorità francesi. Era stato fermato la prima volta a fine 2023, poco dopo i fatti del 7 ottobre in Israele. In quell’occasione era arrivata la condanna a 6 mesi di carcere per apologia del terrorismo. Secondo quanto fa sapere il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, all’epoca i giudici avevano richiesto una perizia psichiatrica: questa aveva fatto emergere per Brahim Abdessamed un “profilo schizofrenico“. Gli esperti chiamati in causa avevano però precisato che lo stato psichico dell’imputato, per quanto potesse spiegare le sue azioni, era totalmente compatibile con la detenzione.

L’immigrazione… una questione delicata

I fatti di Mulhouse riaprono la questione dell’immigrazione. In particolar modo il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, punta il dito sull’assenza di cooperazione con l’Algeria, stato di provenienza di Brahim Abdessamed: l’accusa è quella di aver rifiutato di riaccogliere l’attentatore di Mulhouse ben 10 volte dopo che qla sua scarcerazione e il trasferimento in un centro di detenzione per migranti in attesa di espulsione. Dopodichè sono stati convalidati gli arresti domiciliari con obbligo di firma, ma sabato, il giorno dell’attentato, Abdessamed non si è presentato in commissariato.

Le reazioni della politica

Il presidente Emmanuel Macron lasciando il Salone dell’Agricoltura di Parigi commenta: “Non ci sono dubbi che si tratti di un attentato terroristico islamista. Esprimo la solidarietà della nazione alla famiglia. È determinazione mia e del governo a rispondere a quanto accaduto”. Tuttavia i fatti offrono il fianco alle polemiche dell’opposizione. Non manca infatti il commento di Jordan Bardella, il presidente del Rassemblement National che su X scrive: “L’assalitore algerino è un islamista sotto obbligo di lasciare il territorio, ma lasciato invece libero di commettere il peggio in Francia. Sempre lo stesso fallimento da parte di uno Stato che abbandona i nostri compatrioti”.

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