In Afghanistan, il numero delle vittime, in seguito all’attacco dei Talebani a una base militare nella provincia di Maidan Wardak, sale rispetto a quanto emerso ieri. Un commando ha attaccato le installazioni militari appena fuori Maidan Shahr, il capoluogo della provincia, 44 chilometri a Sud-Ovest di Kabul (Afghanistan): un blindato esplosivo, un Humvee fabbricato negli Stati Uniti, è stato introdotto nell’area militare e fatto saltare in aria. Un primo bilancio governativo parlava di 12 morti, poi saliti a 26. Oggi invece i funzionari della provincia hanno dichiarato che le vittime sono almeno 45, più altri 70 feriti.
Dopo la terribile esplosione, due jihadisti sono riusciti a penetrare nella base militare con i kalashnikov e hanno fatto strage di soldati e reclute. Nel campus c’erano fra i 200 e i 250 militari. Le installazioni ospitano infatti anche un centro di addestramento per l’Intelligence e le forze anti-terrorismo. E un rappresentante del Consiglio provinciale, Nafisa Selai Wardak, ha detto che le vittime arriverebbero addirittura a 126, oltre ai 70 feriti. Se così fosse, l’intera forza anti-terrorismo sarebbe stata quindi annientata, in uno dei più gravi attacchi, a questo punto, degli ultimi anni.
L’assalto è arrivato mentre sono in corso negoziati fra l’inviato speciale della Casa Bianca Zalmay Khalilzad ed emissari del nuovo “emiro” dei Taleban Hibatullah Akhundzada. Già ieri il portavoce dei jihadisti Zabihullah Mujahid aveva detto che l’attacco era stato fatto con un «Humvee esplosivo» e aveva «distrutto parte della base», provocando «centinaia fra morti e feriti».
Quest’attacco nella base militare del National Directorate of Security (NDS) è l’ultimo di una lunga serie nel corso degli ultimi mesi da parte dei talebani, che hanno preso il controllo di circa la metà dell’Afghanistan.