«Sì, la cultura europea esiste» lo ha confermato Julia Kristeva questa mattina all’Università Iulm durante la cerimonia di assegnazione della laurea honoris causa in “Traduzione specialistica e Interpretariato di conferenza”. A conferirla è stato il rettore Gianni Canova: «Credo che questo riconoscimento dica molto non solo del valore intellettuale, professionale e umano della personalità che la riceve ma dice molto anche dell’istituzione che la conferisce, dei suoi valori, della sua identità e della sua visione. La laurea honoris causa a Julia Kristeva dimostra che la nostra università non può che dirsi un’università europea». A tal proposito la Kristeva ha lanciato la sua personale idea: aprire una discussione sulla cultura europea creando un canale tra Milano e Parigi, magari coinvolgendo anche l’Università Iulm.
La scrittrice, nata in Bulgaria nel 1941 ma residente in Francia dal 1966, è un’esperta filosofa, semiologa e linguista e proprio per questo ribadisce l’importanza del dialogo necessario tra le diverse culture: «Il problema è che il mondo arabo vede gli occidentali come un popolo di non-credenti. Per loro invece credere in qualcosa è fondamentale. È importante che anche gli occidentali tengano conto della spiritualità, ovviamente senza sfociare negli estremismi». La Kristeva coglie infatti l’occasione per ricollegare il suo discorso ai recenti fatti di Strasburgo: «Ho lavorato con persone a rischio radicalizzazione; ho conosciuto una ragazza che rifiutava la cultura francese e voleva partire per diventare una sposa dell’Isis, ma attraverso alcune poesie di un poeta arabo l’abbiamo convinta a non andare».
La grandezza di Julia Kristeva è quella di riuscire ad applicare ed usare la sua sconfinata cultura per cercare di risolvere i problemi reali, quelli della gente comune, senza sfociare nell’autoreferenzialità.
(n.b/b.m.p.)