Ha causato tre morti la valanga che si è staccata il 12 gennaio sul crinale est della Punta Valgrande. La cima, ad un’altitudine di 2856 metri, si trova sulle Alpi Lepontine al confine tra la Svizzera e la provincia di Verbano-Cusio-Ossola, nel comune di Trasquera. Il bollettino Arpa indicava un rischio di “livello 3”.
L’incidente
Secondo le ricostruzioni, le tre vittime, Matteo Auguadro, Enzo Bonini e Matteo Lomazzi, stavano percorrendo la salita con i ramponi insieme ad altri due amici, fortunatamente usciti illesi dall’incidente. Il gruppo, una volta arrivato in cima, avrebbe dovuto tornare a valle con gli sci da fuoripista. Ma la slavina ha travolto il gruppo mentre procedeva a piedi la salita in fila indiana. La neve ha solo sfiorato i primi due alpinisti, mentre gli altri tre sono stati travolti e trascinati a valle per oltre 400 metri.
I soccorsi
Sono subito partiti i soccorsi: diversi testimoni dell’incidente, insieme ai due superstiti, hanno dato l’allarme e hanno iniziato a scavare per cercare di estrarre dalla neve i tre alpinisti. Sono intervenuti due elicotteri: quello della Guardia di finanza e quello di Azienda Zero Piemonte decollato da Borgosesia, che hanno collaborato con i tecnici del Soccorso Alpino e speleologico, i finanzieri del Sagf, i carabinieri di Varzo e le unità cinofile. I due superstiti sono stati portati in ospedali, illesi ma sotto schock. Non c’è stato nulla da fare invece per Matteo Auguadro, Enzo Bonini e Matteo Lomazzi.
Il rischio annunciato dall’Arpa
Tuttavia è importante sottolineare quali fossero le condizioni meteo in cui si sono avventurati gli escursionisti. Le indicazioni del bollettino dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambiente) indicavano un rischio valanghe di “livello 3”, ovvero “marcato”, relativamente a quella zona. Inoltre, si leggeva che «gli ultimi accumuli di neve ventata rappresentano la principale fonte di pericolo». Infatti si raccomandava «attenzione sui pendii. Le escursioni richiedono esperienza nella valutazione del pericolo di valanghe e una prudente scelta dell’itinerario».
Anche secondo il sindaco di Trasquera, Geremia Magliocco si tratta di un’area difficile della montagna: «quella zona è a più di duemila metri, non c’è niente da fare se non con gli sci fuori pista. Lassù si sale solo con le ciaspole o con l’elicottero». Ci si potrebbe interrogare se l’allerta dell’Arpa avrebbe dovuto indurre maggiore prudenza, ma nel gruppo era presente anche un istruttore che “ha preso tutte le precauzioni del caso”, afferma Matteo Gasparini, capo della decima delegazione Val d’Ossola del soccorso alpino che ieri ha coordinato l’intervento. Semplicemente “non sono stati abbastanza fortunati”.
Il velista
Matteo Auguadro, 48 anni, una delle tre vittime, era un noto velista. Aveva vinto nel Settembre 2022 il titolo mondiale, come prodiere, nella categoria Maxi Yacht Rolex Cup a Porto Cervo e dal 2004 al 2007 ha fatto parte dell’equipaggio del Mascalzone Latino che ha partecipato a Coppa America. Condivideva la passione per le barche e lo sport con la moglie, Rachele. Insieme la trasmettevano alle figlie, Allegra, 14 anni, e Carlotta, 12 anni.
A cura di Chiara Balzarini