Era nell’aria e ora è ufficiale. Oggi, giovedì 29 febbraio, Paul Pogba è stato squalificato per doping. E la sanzione ha il sapore di una stangata: 4 anni di stop. Come riporta l’edizione online di Repubblica, è stata accolta la richiesta della Procura Antidoping, che per il francese aveva chiesto proprio quattro anni di squalifica. Il centrocampista bianconero dovrà rimanere lontano dai campi di gioco ancora per un tempo lunghissimo a causa del caso doping che lo ha visto protagonista ormai quasi un anno fa.
Lungo stop
I quattro anni di squalifica comprendono i quasi 12 mesi nei quali Pogba, fermato in via cautelare, non è potuto scendere in campo. La squalifica di Pogba, in sostanza, è cominciata effettivamente nel 2023. E dunque scadrà tra tre anni, nel 2027. L’episodio risale al 20 agosto del 2023: al termine di un controllo antidoping effettuato dopo Udinese-Juventus, l’ex United era stato trovato positivo al Dhea.
#Pogba squalificato 4 anni per doping // Pogba has been banned for 4 years due to doping ⚠️
— Romeo Agresti (@romeoagresti) February 29, 2024
Si tratta del cosiddetto “ormone della giovinezza“. Prodotto dalle ghiandole surrenali, è l’ormone steroideo maggiormente presente nel corpo umano. Il Dhea è un contaminatore classico di decine di prodotti contro l’invecchiamento e per il miglioramento della forza muscolare e, soprattutto, non sempre indicato nelle etichette dei prodotti. Si tratta di un androgeno più potente e moderno del testosterone che l’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) ha proibito da una decina di anni.
Juventus avvisata
La sentenza sul francese è stata emessa nella mattinata di giovedì 29 febbraio, al termine di un processo non calendarizzato. A poco più di un mese dalla data originaria dell’udienza, prevista per il 18 gennaio e poi rinviata.
Un dispositivo non è stato emesso, ma la squalifica del centrocampista francese è stata notificata alla Juventus. L’accusa, come scrive Repubblica, non ha mai creduto alla versione dell’assunzione accidentale del Dhea. Proprio su questo si basava la difesa del calciatore, tanto da rifiutare l’ipotesi di patteggiamento. Una scelta rivelatasi fallimentare.