Il direttore di Domani e alcuni giornalisti sono sotto indagine per una serie di inchieste sul capo di gabinetto, Gaetano Caputi, per via di una serie di articoli pubblicati sul quotidiano “Domani”.
La vicenda
Il capo di gabinetto della Premier Giorgia Meloni, Gaetano Caputi, a seguito di una serie di articoli pubblicati su “Domani” querela quest’ultima. A finire sotto indagine sono stati il direttore di “Domani”, Emiliano Fattipaldi, e gli autori dell’inchiesta: Vittorio Malagutti, Federico Marconi e Giovanni Tizian.
Le inchieste, pubblicate lo scorso febbraio, raccontano gli affari privati di Caputo portati avanti mentre già ricopriva l’attuale incarico all’interno dell’esecutivo di Giorgia Meloni. Infatti, il capo di gabinetto non ha ritenuto di liberarsi di qualche incarico.
Alcuni esempi: a marzo 2024 è stato rinominato presidente dell’organismo interno di vigilanza di Ismea, ente che fa riferimento al ministero dell’Agricoltura, ruolo che ricoprirà fino a marzo 2027, per una remunerazione prevista di 27 mila euro (lordi). Sempre a marzo di quest’anno ha rinnovato l’accordo con Fondoartigianato, per un compenso di 10 mila euro annui. Mentre invece a inizio anno Caputi ha assunto l’incarico di studio, assistenza e consulenza professionale con la società Notartel. Un affidamento diretto per un compenso complessivo annuo di 50mila euro all’anno. Altro esempio è l’incarico al ministero della Difesa, sempre nell’organismo di vigilanza. La nomina risale agli sgoccioli della precedente legislatura.
Il ministro Crosetto, un caso simile a Gaetano Caputi
A fine ottobre 2022 il ministro Guido Crosetto fece aprire un’indagine a seguito della pubblicazione sul quotidiano “Domani” di articoli molto dettagliati sui suoi patrimoni. Gli articoli evidenziavano i suoi incassi di circa 2 milioni di euro dall’azienda Leonardo tra il 2018 e il 2021, senza contare gli altri compensi incassati da Orizzonti sistemi navali, partecipata sempre da Leonardo e Fincantieri. Le perplessità sorserò sull’opportunità che ha avuto di occupare la “poltrona” di ministro della difesa dato dal suo passato da lobbista del settore, oltre ovviamente ai numeri. Crosetto bollo tali articoli come diffamatori e passo per le vie legali, dichiarando che è l’unico modo che direttori, editori e giornalisti possano capire.
Slapp, “azioni legali temerarie”
Quello di Crosetto e Gaetano Caputi sono solo alcuni dei casi più noti che possono andare sotto la terminologia SLAPP, acronimo di strategic lawsuit against public partecipation per identificare le azioni legali volte a bloccare la partecipazione alla vita pubblica.
Secondo il report di CASE 20024, il numero più alto di “azioni temerarie” è stato registrato in Italiacon 26 SLAPP, seguita da Romani con 15 casi, Serbia e Turchia entrambe con 10, su un totale di 166 azioni legali temerarie a livello europeo. Secondo i dati raccolti tra il 2010 e il 2023, giornalisti e reporter sono al primo posto tra i bersagli di SLAPP, seguiti da media e attivisti, mentre il maggior numero di SLAPP nel 2023 è stato intentato da parte di imprenditori e politici, rispettivamente in oltre il 45% e 35% dei casi.
Non aiuta di certo ad abbassare i casi di SLAPP il ddl Nordio, entrato in vigore il 25 agosto 2025. Tale norma va infatti a impattare su uno dei punti cruciali del della libera informazione, come quella giornalistica, ossia le fonti giudiziarie. Secondo il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, si è fatto un passo avanti nella riduzione degli spazi di accesso alle fonti per i giornalisti che si occupano di informazione giudiziaria.
A cura di Moisès Chiarelli