La Russia taglia ancora le forniture di gas all’Italia. Gazprom, la multinazionale controllata dalla Russia impiegata nell’estrazione e vendita di gas naturale, ha comunicato che fornirà al nostro Paese solo il 50% dei 63 milioni di metri cubi di gas giornalieri richiesti da Eni.
Un taglio sempre più alto
Nei confronti dell’Italia, Vladimir Putin ha cominciato a tagliare le forniture di gas prima con un calo del 15%, poi del 35% e ora la scelta di ridurre fino alla metà del fabbisogno del nostro Paese.
Dopo aver tolto il metano a Polonia, Bulgaria e Finlandia e aver forzato con la richiesta di pagamento in rubli a cui non si sono sottoposte Olanda e Danimarca, il leader del Cremlino vuole far capire anche a Germania, Austria e Italia che cosa si prova ad avere meno gas.
Per ora, il gas c’è
Il metano complessivo in entrata dai diversi gasdotti supera comunque il fabbisogno dell’Italia. Il 17 giugno arriveranno 195 milioni di metri cubi rispetto a 155 milioni di domanda, e la quantità che Gazprom fornisce all’Eni rispetta i contratti in essere.
Ma cosa succede se, nei prossimi giorni, la Russia smetterà davvero di far arrivare il gas attraverso il Nord Stream 1, il gasdotto che, passando per il Mar Baltico, trasporta direttamente il gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale, facendo tappa in Germania?
In tal caso, a trovarsi in serie difficoltà saranno i tedeschi, che non hanno altri punti di ingresso. Per quanto riguarda l’Italia, bisognerà capire se le forniture di gas concesse della Russia saranno sufficienti almeno per continuare a riempire gli stoccaggi nei depositi, che ora sono pieni al 54,1 per cento, secondo la piattaforma del Gie (dato aggiornato al 15 giugno).
La scusa con cui la Russia ci sta togliendo il gas
La motivazione ufficiale della riduzione delle forniture di gas da parte della Russia è la mancanza di pezzi di ricambio per il Nord Stream 1 (ossia quelli prodotti della multinazionale tedesca, Siemens) necessari per la manutenzione dei gasdotti. Secondo quanto riferito dal Cremlino, questi pezzi di ricambio non arrivano in Russia a causa delle sanzioni imposte dall’Occidente.
Tuttavia, il presidente del Consiglio Mario Draghi, il 16 giugno da Kiev, ha bollato questa motivazione come falsa: «I motivi per i tagli di forniture di gas che colpiscono quasi tutta l’Europa ci viene detto siano tecnici. Noi, la Germania e gli altri Paesi riteniamo siano bugie e che ci sia un uso politico del gas come del grano».
Il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha invece buttato acqua sul fuoco: «Per ora dalla Russia solo avvertimenti, nessuna decisione».