Putin contro i Paesi ostili: “Pagheranno il gas in rubli”

In una riunione di governo Vladimir Putin ha annunciato che la Russia non accetterà più pagamenti in euro e in dollari dai Paesi ostili che comprano il loro gas. Gli importatori europei potranno pagare solo in rubli. I russi sperano così di rafforzare la loro moneta e di aggirare le sanzioni dell’occidente. Dopo l’annuncio i prezzi del gas sono schizzati al rialzo con un incremento di oltre il 30%, superando i 125 euro per megawatt/ora.

La lista dei Paesi ostili
Il Presidente russo Vladimir Putin

Nella lista di Putin sono più di 40 i Paesi ritenuti ostili: Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e membri dell’Unione europea. L’ordine del governo russo è diretto alla Gazprom, la società energetica di Stato, che fino a oggi ha fornito regolarmente il proprio gas ai compratori occidentali come Eni, Total e le aziende tedesche. Mosca chiede quindi una modifica dei contratti di fornitura che stabiliscono i pagamenti in euro. Per farlo ha bisogno del consenso dei clienti, che dovranno convertire la propria valuta per poter pagare. In questo modo ci sarebbe una domanda per la moneta russa e una maggiore liquidità del cambio anche sulle piazze internazionali. I pagamenti dei Paesi in lista rappresentano circa il 70% delle entrate relative alle esportazioni di Gazprom, ossia decine di miliardi di euro l’anno.

La reazione europea

La mossa di Putin rende sempre più concreta l’ipotesi che l’Europa arrivi a rinunciare all’interscambio di gas. «Se questa clausola viene applicata è una violazione contrattuale», ha ribadito il premier italiano Mario Draghi all’uscita dal G7. Presente all’incontro anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per partecipare ai tre appuntamenti del giorno: il vertice Nato, la riunione del G7 e a seguire Consiglio Europeo. L’indipendenza dal gas russo è un tema che i Paesi riuniti a Bruxelles stanno trattando parallelamente a quello dell’applicazione di nuove sanzioni.

Il 23 marzo la Commissione europea ha proposto la creazione di una task force per l’acquisto in comune di gas e il riempimento di depositi almeno all’80%, in vista del prossimo inverno. Non è ancora chiaro come l’Unione europea potrà sostituire in breve tempo le forniture russe, dato che circa il 40% del gas importato nei Paesi membri viene dalla Russia.

La posizione della Cina
Stretta di mano tra Vladimir Putin e Xi Jinping

Tra i pochi Stati rimasti in buoni rapporti con la Russia c’è la Cina, che continua a mantenere una posizione neutrale. Pechino non aiuta economicamente la Russia, ma cerca comunque di non isolarla, facendo così anche i propri interessi. L’interscambio commerciale tra i due Paesi è di 147 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra importante, ma nulla rispetto a quella degli scambi con gli Stati Uniti (750 miliardi) e con l’Unione europea (820 miliardi).

Da più parti arrivano inviti alla Cina a condannare l’invasione dell’Ucraina. L’ultimo l’ha rivolto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che durante il vertice tenuto a Bruxelles ha pure chiesto alla Cina di non dare supporto militare alla Russia. Secca la replica cinese, con l’accusa alla Nato di «diffondere disinformazione».

Elisa Campisi

SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX. MI INTERESSO DI POLITICA, ESTERI, AMBIENTE E QUESTIONI DI GENERE. SONO LAUREATA AL DAMS (DISCIPLINE DELL’ARTE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO), TELEVISIONE E NUOVI MEDIA. HO STUDIATO DRAMMATURGIA E SCENEGGIATURA, CONSEGUENDO IL DIPLOMA TRIENNALE ALLA CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI.

No Comments Yet

Leave a Reply