Congresso della Lega, Salvini: «Io al Viminale, ne parlerò con Meloni»

Il congresso nazionale della Lega si è concluso con più di una vittoria per Matteo Salvini. È stato rieletto segretario del Carroccio, che guiderà fino al 2029. È riuscito ad avere Elon Musk come ospite e a far prendere la tessera del partito a Roberto Vannacci.

Salvini confermato segretario

Che l’elezione del segretario fosse solo una formalità si era capito già prima del congresso, quando è diventato chiaro che Salvini sarebbe stato l’unico candidato. E domenica 6 aprile non ci sono state sorprese. Il Capitano rimarrà a guidare la Lega fino almeno al 2029. Per arrivare a questo traguardo è stata necessaria una modifica dello statuto, progettata da una commissione apposita. L’incarico del segretario federale ora non durerà più tre anni ma quattro e i vicesegretari passeranno ad essere da un massimo di tre a quattro.

Vannacci è ufficialmente iscritto alla Lega

Ora quindi c’è un posto da vicesegretario vacante. E Roberto Vannacci è il principale candidato.  Soprattutto dopo che il generale ha preso la tessera del partito in occasione del congresso nazionale. Così Salvini non solo ha legato ufficialmente al partito un candidato che alle elezioni europee ha raccolto oltre 500mila preferenze, ma per ora ha anche scongiurato il pericolo che fondi un proprio partito togliendo voti alla Lega.

Infatti l’associazione Il mondo al contrario, che si pensa potesse essere il nucleo del suo nuovo partito, nelle scorse settimane ha perso pezzi importanti. Tra cui Fabio Filomeni, ex colonnello e uomo di fiducia di Vannacci. Ora critico nei confronti del generale «Mi dispiace per quel mezzo milione di italiani che avevano dato il voto al generale. – ha dichiarato – Abbiamo fatto di tutto per fargli prendere più preferenze possibili in tutta Italia. Abbiamo convinto tanti italiani a dargli la preferenza scrivendo il suo cognome sulla scheda elettorale nonostante quel simbolo della Lega».

Il Viminale

Dal palco del congresso nazionale Salvini è tornato a chiedere di avere il ministero dell’Interno. Con la nascita del governo Meloni gli era stato negato visto che era ancora indagato nel processo Open Arms. «Matteo Piantedosi è un amico ed è un ottimo ministro. – ha detto dal palco – Questo è un congresso di partito. È mio dovere ascoltare quello che i sindaci e gli elettori ci chiedono» il segretario della lega ha promesso che al riguardo «parlerò sia con lui che con Giorgia Meloni».

Una delle ipotesi è che Piantedosi possa candidarsi alle prossime elezioni regionali in Campania. Anche se il ministro lo ha negato: «Pur essendo legatissimo alla mia terra, mi sento più utile alla Campania lavorando al Viminale. Inoltre il centrodestra esprime sul territorio dei bravi dirigenti su cui sarebbe giusto puntare». «Io non partecipo a questi dibattiti, – ha ribadito – non mi interessano. Mi è stato dato l’incarico di guidare il ministero a cui ho dedicato tutta la vita, senza che sia stato io a chiedere di farlo. Sono qui per spirito di servizio e non per ambizione personale e fino a quando mi sarà richiesto di fare il ministro mi interessa solo svolgere al meglio questo compito. Quello che conta è il bene del Paese».

L’intervento di Le Pen

Un intervento centrale è stato quello di Marine Le Pen, leader del Rassemblement National condannata pochi giorni prima per appropriazione indebita di fondi Ue e dichiarata ineleggibile. «Matteo, sai benissimo quello che sto vivendo perché l’hai vissuto anche tu» ha detto riferendosi al leader della Lega. La decisione «che è stata assunta contro di me è una decisione che scrive la parola fine a tutti i principi dello Stato di diritto». «La nostra lotta — continua — sarà come la tua lotta, una lotta pacifica, una lotta democratica. E possiamo dire che l’esempio proviene proprio da Martin Luther King, che ha parlato dei diritti civili. Sono proprio i diritti civili dei francesi a essere rimessi in discussione». Per Le Pen la propria condanna «rimette in discussione il futuro dei francesi, che non potranno votare per un candidato che loro vogliono vedere alla guida del Paese».

Elon Musk

Ma il grande ospite alla kermes della Lega è senza dubbio Elon Musk. Il braccio destro di Donald Trump è intervenuto sabato 5 aprile, intervistato da Salvini. «Vediamo un aumento enorme degli attacchi in Italia e in Europa.—ha detto il sudafricano commentando gli assalti alle concessionarie delle sue auto Tesla –Attacchi terroristici, alla fine vedremo uccisioni di massa in Europa, dei massacri veri e propri, perché questa è la tendenza». «Gli attacchi con vittime si susseguono. Questo porterà a un vero massacro in Europa. Le vostre famiglie, i vostri figli e i vostri amici sono tutti a rischio. I numeri parlano chiaro». Salvini concorda «Purtroppo sì».

Il vicepremier gli chiede anche dei dazi, invitandolo a lanciare un messaggio agli italiani. «Spero che gli Stati Uniti e l’Europa – risponde – riescano a realizzare e a creare una partnership molto stretta. C’è già un’alleanza, ma spero che possa essere più stretta, più forte». Poi continua: «Spero che per i dazi ci sposteremo a una situazione di dazi zero in futuro con una zona di libero scambio tra l’europa e il Nord America. Questa è la mia speranza e mi auguro anche una maggiore libertà di spostarsi tra i nostri continenti. Questo è il consiglio che ho dato a Donald Trump».

Ma Musk parla anche di immigrazione, tema caro alla Lega: «L’immigrazione di massa alimentata dalle sinistre è una cosa folle. Se pensiamo che ci sono 8 miliardi di persone al mondo, una piccola parte di queste persone che si sposta può trasformare un Paese di 60 milioni di abitanti in qualcosa di diverso perché un Paese non è la sua geografia ma le persone che lo abitano».

La conclusione dell’intervento è un affondo alle sinistre da parte di Salvini: «La sinistra vuole censure, bavaglio, multe e impedire la libertà di parola». Gli fa eco Musk: «Si capisce chi è dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata guardando chi vuole limitare la libertà di espressione. Hitler, Mussolini e Stalin avevano censure molto forti. Le limitazioni alla libertà di espressione sono di impostazione fascista. Si dovrebbe vincere per le proprie idee, non perché le altre sono state soppresse»

Gli ospiti

Oltre a Musk e Le Pen sono intervenuti diversi esponenti del gruppo europeo dei Patrioti. Uno di questi è  Geert Wilders, leader del partitoolandese Pvv «Noi Patrioti siamo l’unica forza in Europa che lotta per la libertà dei nostri popoli. Ricordate cosa è successo al nostro eroe Matteo Salvini» ha dichiarato. Nel suo intervento il presidente ungherese Viktor Orbán sottolinea che i leghisti sarebbero «stati messi in silenzio con metodi peggiori della dittatura comunista, ma caro Matteo bisogna fare sacrifici per proteggere i cittadini, qui in Ungheria ti siamo grati». Ha parlato anche la premier Giorgia Meloni, che ha sottolineato la compattezza del governo e l’impegno a mantenere fede agli impegni presi con gli elettori.

Chiara Brunello

Classe 2002. Sono laureata in comunicazione, media e pubblicità all'Università Iulm. Mi interesso di politica interna ed estera.

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