Cinquantacinque anni dal primo tentativo eversivo di destabilizzare la nostra democrazia. Cinquantacinque anni dal primo “anno di piombo”. Cinquantacinque anni dalla strage di piazza Fontana. Il primo anno senza la forza di una donna straordinaria, la vedova dell’anarchico morto tre giorni dopo la strage nella questura di via Fatebenefratelli, Licia Pinelli. Oggi, 12 dicembre, come ogni anno da quel tragico giorno del 1969, si è tenuta la commemorazione delle vittime. Al corteo partito da piazza della Scala, presenti le autorità, i familiari delle vittime e centinaia di cittadini.
La commemorazione
Il corteo, partito intorno alle 15.30 da piazza della Scala, è giunto in piazza Fontana dove, alle 16.37, nel minuto esatto in cui la bomba esplose, sono state deposte delle corone. Sono seguiti gli interventi del sindaco di Milano Beppe Sala, del segretario generale della Cisl Milano Giovanni Abimelech, del presidente dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 69 Federico Sinicato, del presidente di Anpi Milano Primo Minelli e di Chiara Sensini, giovane aspirante magistrato che fa parte di un’associazione che tratta i temi dello stragismo terroristico.
L’intervento di Sala e l’annuncio dell’Ambrogino d’oro alla memoria di Licia Pinelli
«Essere qui è un atto politico molto attuale, e politico è il nostro no a ogni tentazione autoritarista, a ogni nostalgia di uomini forti e poteri illimitati: la nostra è una piazza antifascista», ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala durante il suo intervento dal palco. «Mi sono avvalso delle prerogative della mia carica – ha continuato Sala – e ho deciso di assegnare a Licia Pinelli la più alta onorificenza milanese: l’attribuzione dell’Ambrogino d’oro alla memoria. Un atto di rispetto per il suo impegno civile, ma anche un ringraziamento a lei e alle alla famiglia che hanno trasformato il dolore per la perdita in amore della giustizia». La cerimonia si terrà il 10 gennaio, hanno detto le figlie di Pinelli al termine della commemorazione.
La testimonianza di Fortunato Zinni, sopravvissuto alla strage
«Il pericolo maggiore è l’oblio. Oggi c’è una nuova strategia: dimenticare. E questo non è accettabile, perché se il tempo della giustizia è scaduto, dato che ormai quelli che dovrebbero essere messi sotto accusa non ci sono più, esiste però la sete di verità, che è inestinguibile. E allora, se esiste questa sete, bisogna alimentarla» ha detto Fortunato Zinni, il funzionario della Banca Nazionale dell’Agricoltura sopravvissuto all’attentato. «Oggi non ci sono più le bombe ma ci sono delle riforme: quella sul premierato, quella dell’autonomia differenziata, quella della giustizia, quella sulla sicurezza, che mirano a scardinare alcuni valori fondamentali della Costituzione. Questa è l’eredità nefasta di piazza Fontana».
Un anniversario ancor più doloroso
Quello di quest’anno è stato il primo anniversario senza la vedova dell’anarchico Giuseppe Pinelli, considerato la 18esima vittima della strage. Il ferroviere anarchico fu ingiustamente accusato in un primo momento della strage di piazza Fontana e morì cadendo da una finestra della questura il 15 dicembre del 1969. Licia Pinelli è scomparsa un mese fa, l’11 novembre, all’età di 96 anni.