Tik Tok: Feroza Aziz accusa Pechino per la prigionia degli uiguri

«Usate il vostro telefono, proprio quello che state usando ora, e cercate di capire cosa sta succedendo in Cina». Sono queste le parole con cui Feroza Aziz, diciassettenne americana, accusa il governo di Pechino su Tik Tok, la nuova piattaforma social. Il video inizia come un normale tutorial di make up. Piegaciglia in mano e come sfondo una camera da letto. In realtà quei 41 secondi raccontano molto di più. Feroza Aziz utilizza il social per parlare dei campi di concentramento nella regione dello Xinjiang, in cui vengono deportati i musulmani uiguri. Per raggirare la censura di Tik Tok e impedire agli algoritmi di leggere il labiale, nasconde strategicamente la bocca con la mano.

Chi sono gli uiguri

Lo Xinjiang, a nord ovest della Cina, è una delle regioni più sorvegliate del mondo: i suoi abitanti sono sottoposti quotidianamente a controlli da parte della polizia. Qui i musulmani uiguri rappresentano circa il 46 per cento della popolazione. Al momento, secondo gli analisti, più di un milione di loro si trova all’interno di questi campi di prigionia. La loro persecuzione si è intensificata negli anni ’90, quando il governo allora in carica, ha presentato una campagna contro la minoranza uigura come una lotta al terrorismo. La cancellazione della loro identità è l’obiettivo finale dei lager.

I documenti ufficiali del governo

Feroza Aziz denuncia la situazione dopo aver letto i documenti ufficiali delle autorità cinesi pubblicati dal New York Times sui “campi di rieducazione”. Dalle carte emergono le istruzioni del governo sulla gestione delle prigioni.  Secondo quanto riportato, i musulmani sono sottoposti a una rigida disciplina, punizioni e divieto di fuga. La stessa Feroza commenta nel video: «Gettano musulmani innocenti nei campi, separano famiglie, li rapiscono, li obbligano a mangiare maiale, a bere, a convertirsi ad altre religioni. In caso contrario li uccidono, ovviamente.»

Il video è diventato virale e ha raggiunto un milione e mezzo di visualizzazioni, sbarcando anche su Instagram.

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Hi guys, I made a video about the situation in China with how the government is capturing the Uyghur Muslims and placing them into concentration camps. Once you enter these camps, you’re lucky if you get out. Innocent humans are being murdered, tortured, raped, receiving shock therapy, and so much more that I can’t even describe. They are holding a genocide against Muslims and they’re getting away with it. We need to spread awareness. I know it might sound useless, what can spreading awareness and talking about this even do? What are we supposed to do about it? We have our voices and technology to help us. Speak to those who can help! The UN failed to stop this genocide in the summer, we can’t let that happen again. We can’t be silent on another holocaust that is bound to happen. We can’t be another failed generation of “what could’ve, should’ve, would’ve”. We are strong people. We can do this. Only if we try #muslim #islam #tiktok #uyghurmuslims #china #freepalestine

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Elisabetta Murina

23 anni. Nata e cresciuta a Milano. Dopo la laurea in Linguaggi dei media all'Università Cattolica, inizio il mio percorso al master in giornalismo IULM. Ora scrivo su MasterX. La prima esperienza in un periodico femminile, dove l'interesse verso questo mondo è cresciuto sempre di più. Grande appassionata di moda, spettacolo e arte in ogni sua forma. Curiosa di natura e sempre in cerca della verità.

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