The Crown e Nomadland vincono La strana edizione dei Golden Globe

Golden Globe

The Crown ha conquista il trono delle serie – e non solo quello figurato – nell’ultima edizione dei Golden Globe, segnata inevitabilmente dalla pandemia di Coronavirus. Protagonisti della cerimonia, tenutasi nella notte tra domenica e lunedì, anche Nomadland di Clohè Zaho e il sequel di Borat. Il riconoscimento alla miglior canzone è andato a Io Sì (Seen), cantata da Laura Pausini nel film La vita davanti a séEquilibrio per gli altri premi tra comedy, drammatico e musical.

Un’edizione diversa

Niente tappeti rossi e tavoli rotondi con attori in attesa del loro momento quest’anno. Il Covid-19 si è fatto sentire anche dalle parti di uno dei templi del cinema mondiale. Tante premiazioni su Zoom, problemi tecnici qualche cane, qualche pigiama, e aperture di buste a distanza. A condurre la cerimonia dei Golden Globe, Tina Fey e Amy Poehler, rispettivamente collegate da New York e Beverly Hills.

Non sono mancate le polemiche, soprattutto dirette agli 87 membri della Hollywood Foreign Press Association, sia per l’assenza di trasparenza dell’associazione, sia per quella di membri afroamericani nella giuria. Al netto di tutto, le maggiori emozioni si trovano tra le conferme e le sorprese dei vincitori.

 Nomadland lanciato verso gli Oscar

Sono 25 i premi assegnati nella serata dei Golden Globe: 14 per le serie tv e 11 per il cinema. Spesso quest’ultima categoria ha anticipato i trionfi della cerimonia cinematografica di Hollywood per eccellenza, quella degli Oscar. Quest’anno le candidature dell’Academy Awards saranno annunciate a metà marzo e includeranno quasi sicuramente Nomadland.

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Il viaggio nell’America post recessione di Nomadland

Già vincitore del Leone D’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, racconta in modo asciutto e introspettivo l’America dopo la recessione del 2008. Come nell’omonimo libro della giornalista Jessica Bruder, la protagonista è una vedova sessantenne, senza lavoro, (Frances McDormand) che gira Stati Uniti occidentali alla guida di un furgone.

Nomadland è il terzo film diretto di Chloé Zhao. La trentottenne, nata in Cina ma cresciuta professionalmente negli Stati Uniti, è stata premiata come miglior regista ed è la seconda donna a vincere questo premio ai Golden Globe.  La prima era stata Barbra Streisand nel 1984 con il dramma biografico Yentl, sullo scrittore ebreo polacco Isaac Bashevis Singer.

La satira di Borat conquista più categorie

Il Borat di Sacha Baron Cohen, in Borat: Seguito di film cinema, vale non solo al suo istrionico interprete il premio come miglior attore film comico, ma si impone anche nella categoria commedia. È l’unico altro film, oltre a Nomadland, con più di un premio.

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Molti premi sono stati assegnati a distanza

 Premiati per le loro prove attoriali anche Daniel Kaluuya (Judas and the Black Messiah) e Chadwick Boseman, (Ma Rainey’s Black Bottom), morto nell’agosto 2020. Commovente il discorso di ringraziamento di Taylor Simone Ledward, vedova di Boseman. Le migliori interpreti sono invece Andra Day (The United States vs. Billie Holiday), Rosamund Pike (I Care a Lot) e Jodie Foster (The Mauritanian).

Il film, targato Disney Pixar, Soul di Pete Docter, è stato premiato come miglior film d’animazione e Minari di Lee Isaac Chung come miglior film in lingua straniera.

Delusione invece per Mank di David Fincher. Il byopic Netflix su Herman J. Mankiewicz, lo sceneggiatore che ha firmato il copione del capolavoro di Orson Welles, Quarto Potere, era candidato in 6 categorie.

A The Crown il trono delle serie

La serie Netflix sulla regina Elisabetta II, arrivata alla sua quarta stagione, è la miglior serie di questa edizione e ha vinto 4 premi degli 11 nella categoria serie.

Emma Corrin, con il ruolo di Lady Diana, è infatti la miglior attrice in una serie drammatica. Mentre la star di X-Files, Gillian Anderson, nei panni della Lady di ferro, Margaret Thatcher, vince come miglior attrice non protagonista in una serie drammatica. Anche il ruolo del Principe Carlo vale Josh O’Connor il premio di miglior attore in una serie drammatica.

Spazio anche per il caso Netflix La regina degli scacchi. Due premi come miglior miniserie e miglior attrice in una miniserie), mentre Schitt’s Creek conquista i titoli di miglior serie comedy e miglior attrice in una serie comedy. Sono in tutto 10 i premi ottenuti dai prodotti della piattaforma di Streaming di Reed Hastings.

Giorgia Colucci

Classe 1998, vivo tra Varese e Milano, ma mi appassiona il mondo. Curiosa su tutto, scrivo di ambiente, di diritti e di casa mia su Il Fatto Quotidiano.it. Oltre a collaborare con Master X, parlo di rock ai microfoni di Radio IULM e di Europa a quelli di Europhonica. Per non farmi mancare niente, anche di cinema su Recencinema.it. Nel 2018 ho pubblicato "Vorrei mettere il mondo in carta", una raccolta di poesie per I Quaderni del bardo Edizioni

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