Terremoto in Tibet: bilancio provvisorio di oltre 100 morti

terremoto nepal

Il Tibet è stato scosso da una violenta scossa di terremoto di magnitudo 7.1. Al momento sono 126 i morti certi tra le valli dell’Himalaya, ma si continua a scavare. Il Dalai Lama esprime il suo dolore dall’India. 

La scossa

Un violento terremoto ha scosso il Tibet, in Cina occidentale, nella mattina del 7 gennaio 2025. Al momento sono 126 le vittime, oltre 200 i feriti e un migliaio le abitazioni danneggiate ma la macchina dei soccorsi è ancora in atto. I dispersi sotto le macerie sono ancora tanti. Secondo le autorità cinesi competenti, il terremoto ha avuto epicentro nella contea di Tingri, in un remoto altopiano al confine tra il Nepal e il Buthan. L’ipocentro è a circa 10 km di profondità.

La scossa ha coinvolto la catena dell’Himalaya ed è stato sentito anche in India. La magnitudo registrata è tra i 6.8 e i 7.1. Fortunatamente non si tratta di una zona densamente popolata, ma sono i numerosi villaggi arroccati tra le valli dell’Himalaya che sono difficili da raggiungere dai soccorsi. Si stima che circa 6900 persone vivano nei 27 centri abitati in un raggio di 20km dall’epicentro. Nella contea di Tingsi è inoltre presente il campo base per la scalata dell’Everest: l’inverno non è la stagione più gettonata per escursioni di questo tipo, ma numerosi sono i turisti cinesi che visitano la zona in questo momento dell’anno per ammirare la vista sull’Himalaya che potrebbero essere rimasti coinvolti nei danni nel terremoto.

I soccorsi

Alle operazioni di soccorso sta partecipando anche l’aeronautica militare cinese, alla ricerca dei dispersi ancora intrappolati sotto le macerie. Il presidente Xi Jinping ha richiesto infatti «sforzi totali per salvare vite umane e ridurre al minimo le vittime». Grande difficoltà è data anche dalle temperature che nella notte scivolano facilmente sotto zero. Video diffusi sui social media locali inquadrano persone che scavano a mani nude e strade invase da detriti ammucchiati, vetrine di negozi infrante e quel che resta delle case costruite in modo tradizionale con legno, pietre e mattoni, ormai crollate.

Il dolore del Dalai Lama

La città più vicina è Shigatse, a 180km dall’epicentro: si tratta della sede tradizionale del Panchen Lama, figura spirituale del buddismo seconda solo al Dalai Lama. Quest’ultimo manifesta il suo dolore dall’India, dicendosi «profondamente rattristato per le vittime» e che offrirà «preghiere per coloro che hanno perso la vita e auguri di una rapida guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti». Dal Cremlino, Putin «condivide il dolore» per il terremoto che ha colpito il Tibet. Sono arrivate anche le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha pronunciato «le più sincere condoglianze del popolo italiano e le espressioni dei miei personali sentimenti di cordoglio».

A cura di Chiara Balzarini

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