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Nel freddo pomeriggio che ha regalato alla Roma tre punti fondamentali per la lotta alle zone alte della classifica, il calore dei tifosi di casa ha prevalso allo stadio Penzo, complice l’assenza di gran parte del tifo giallorosso. La curva ospite, infatti, ha dovuto fare a meno della presenza di tutti i residenti nel Lazio, nonché di quelli delle province di Pordenone e Udine.
La scelta della Prefettura di Venezia
Come spiega Il Corriere dello Sport, la Prefettura di Venezia ha deciso di bloccare la trasferta dei tifosi romanisti, accogliendo la proposta del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive (ONMS) e del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (CPOSP).
Dietro alla scelta della Prefettura, gli scontri avvenuti a Udine sabato 1° febbraio 2025. Dopo il match – alle 18.09 circa – una cinquantina di sostenitori bianconeri ha infatti assaltato un treno regionale con direzione Venezia, accendendo fuochi e fumogeni e obbligando il macchinista ad attivare il freno di emergenza. È in questo momento che il gruppo di tifosi – assieme ad alcuni del Salisburgo, squadra gemellata – munito di passamontagna e armato di manganelli ha dato il via agli scontri.
Solo con l’intervento delle Forze dell’Ordine è stato possibile porre fine alla rissa, che ha compreso anche il lancio di sassi verso le vetrate del treno – dove erano presenti 300 tifosi veneziani e altre 130 persone non legate al tifo organizzato -. Le ambulanze, arrivate a piena velocità dopo aver appreso che gli ultrà bianconeri stavano tirando pugni, calci, cinghiate e coltellate agli ospiti, hanno soccorso i presenti. Il bilancio finale parla di undici feriti, di cui due gravi, e due contusi tra gli agenti della Questura.
È comunque attesa la risposta della Roma, che due settimane fa aveva fatto ricorso per l’apertura del settore ospiti a Udine, e che nella sfida casalinga contro il Porto dovrà far i conti con la chiusura parziale della Curva Nord.
L’origine della violenza: la risposta bianconera
La serata di scontri ha una causa ben precisa: la gara d’andata del 30 ottobre, in cui la squadra di Eusebio Di Francesco aveva vinto in rimonta per 3-2. In quell’occasione, però, la situazione era stata inversa: i tifosi del Venezia avevano aggredito quelli bianconeri alla stazione, con una netta superiorità numerica (circa trenta contro sei), sebbene senza conseguenze gravi. Tuttavia, tra ultras certi episodi lasciano il segno e non vengono dimenticati, portando alla promessa di un futuro confronto.
Per questo, Udinese-Venezia era considerata una partita a rischio sul fronte della sicurezza, come dimostrava l’imponente dispiegamento di forze attorno alla stazione di Udine fin dalla mattina. Camion, auto della polizia e agenti in tenuta antisommossa presidiavano la zona, mentre un elicottero sorvolava l’area sopra lo stadio già da mezzogiorno. Durante la partita, però, nulla lasciava presagire quanto sarebbe successo dopo: gli ultras si erano limitati a scambiarsi cori offensivi, come spesso accade.
Venezia-Roma, Ranieri: «È la nostra partita più bella»
«Sì, sono soddisfatto perché conoscevo le difficoltà della gara. Sapevo che fare risultato qui significava fare una grande partita, perché gli ultimi dieci match del Venezia sono finiti con un gol di scarto. E i ragazzi sapevano che avrebbero incontrato queste difficoltà oggi». Sono queste le parole con cui Claudio Ranieri si presenta alla conferenza post-partita.
Tre punti fondamentali, quindi, guadagnati contro un avversario scorbutico e i cui tifosi sanno farsi sentire. «I ragazzi sono stati splendidi, hanno fatto tutto quello che avevamo preparato. Sono stati attenti, perché il Venezia faceva molti interscambi e noi siamo stati sempre concentrati su ogni palla». Determinazione, attenzione e volontà sono state le parole chiave per il successo giallorosso, considerato da mister Ranieri «il più bello finora».