Studenti e docenti in piazza per protestare contro la didattica a distanza. Va in scena oggi – venerdì 26 marzo – lo sciopero nazionale della scuola per chiedere la riapertura in presenza di tutti gli istituti scolastici. Le mobilitazioni contro la Dad, che coinvolgono anche le famiglie degli studenti, si svolgeranno in 60 diverse città italiane. Per Milano l’appuntamento è alle ore 17.30, in piazza XXIV Maggio.
L’incertezza aumenta la frustrazione dei genitori
L’organizzazione Priorità alla Scuola Milano, in concomitanza con lo sciopero proclamato dai Cobas e sostenuto dal Coordinamento Nazionale Precari Scuola, chiama a raccolta ragazzi, genitori e docenti per ribadire la centralità della scuola nella vita dei giovani. Un messaggio diretto al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: senza scuola non c’è futuro.
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Gli studenti lombardi sono nuovamente in Dad dal 5 marzo, quando il passaggio della regione in zona arancione rinforzato portò alla chiusura di tutti gli istituti scolastici. L’ordinanza della regione prevedeva la riapertura il 14 marzo. Adesso, con la Lombardia in zona rossa, regna l’incertezza: Il problema dei genitori non è solo sapere quando i loro figli rientreranno in presenza, ma è anche quello di avere la certezza di un rientro continuo e sicuro. Le richieste sono che i fondi del Next Generation EU vengano davvero investiti sulle future generazioni e quindi sulla scuola pubblica, dagli asili nido alle università.
Le famiglie contro la Dad: non è scuola
La mobilitazione mira a portare nuovamente alla luce i disagi di genitori e figli nel fronteggiare la didattica a distanza, una soluzione d’emergenza che sta diventando sempre di più la normalità per un’intera generazione di studenti. La Dad sta cercando di rimpiazzare come può le lezioni in presenza. Ma non si può ridurre la scuola solamente alle ore di apprendimento frontale. Avere una socialità, una routine, degli impegni quotidiani: queste sono le cose della scuola che più di tutte preparano i ragazzi alla vita. La didattica a distanza non può colmare queste lacune.