Reddito di cittadinanza, in arrivo la black list per i “furbetti” in Sicilia

Una black list dei “furbetti”. Questa la misura adottata dalla Guardia di Finanza in Sicilia per evitare che al reddito di cittadinanza accedano coloro che non ne hanno diritto. Il generale Carmine Lopez, Comandante interregionale dell’Italia Sud-Occidentale della Guardia di Finanza, ha infatti disposto un censimento «delle posizioni di tutte le persone che manifestano la propensione ad atteggiarsi a furbetti», come dichiarato ad Adnkronos.

«Queste persone saranno tenute d’occhio» ha ribadito il Comandante Lopez, riferendosi a «chi ha manifestato propensione a intercettare provvidenze pubbliche simulando il suo stato economico». La decisione è arrivata dopo il boom di cambi di residenza e divorzi richiesti in Sicilia in seguito all’approvazione del “Decretone” che ha definito giuridicamente il reddito di cittadinanza. «Solo a Palermo ci sono stati nel mese di gennaio oltre 1000 cambi di residenza e nella prima settimana di febbraio 200. Senza parlare delle crisi matrimoniali coincise con l’introduzione del reddito di cittadinanza» ha ribadito il generale.

Il Comandante Lopez ha inoltre spiegato in che modo si andranno a scovare i cosiddetti furbetti: «La Guardia di Finanza censirà le situazioni sospette – cambi di residenze o crisi matrimoniali – attraverso attività d’intelligence e poi, facendo ricorso alle banche dati, svilupperà i dati a disposizione».

Come ammesso dallo stesso vice-premier Luigi Di Maio «in Sicilia i numeri del reddito di cittadinanza saranno imponenti», annunciando che i cambi di residenza “degli ultimi tre mesi” non avranno validità. «Non voglio dare soldi a persone senza formarle e richiamarle ai loro doveri di cittadini» ha commentato Luigi Di Maio in Sicilia. Intanto in Senato è approdata un’ulteriore modifica, che revocherà il reddito di cittadinanza ai condannati per terrorismo, sequestro di persona e associazioni di stampo mafioso. Coloro i quali presenteranno invece dichiarazioni Isee e documenti falsi rischieranno condanne fino a sei anni di reclusione, oltre a non poter accedere al sussidio per cinque anni.

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