La Rai è sotto accusa per aver violato il divieto di propaganda politica in piena campagna elettorale. A tre giorni dalle elezioni regionali in Emilia Romagna, è andato in onda il comizio del leader della Lega a Porta a Porta. Durante l’intervallo della partita di Coppa Italia, infatti, Matteo Salvini ha avuto lo spazio per invitare il pubblico del programma di Rai 1 condotto da Bruno Vespa a votare il suo partito.
Per la legge sulla par condicio «tutte le pubbliche amministrazioni, nel periodo che intercorre tra la data di convocazione dei comizi elettorali e la chiusura
delle operazioni di voto, non possono svolgere attività di comunicazione istituzionale».
Per il giornalista si tratterrebbe di una «svista della redazione» e aggiunge: «Mi assumo come sempre la responsabilità. Il tempo di parola di Salvini è stato maggiore di quello di Zingaretti che ha condiviso lo spazio con Giorgia Meloni e di maggiore impatto politico. Proporrò, quindi di riequilibrare le posizioni giovedì 23 [gennaio ndr] nello spot di Porta a porta che andrà in onda durante Don Matteo».
La conferma è arrivata anche dalla Rai ma questo non sembra aver placato le polemiche.
Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Andrea Martella, non è un semplice errore: «Quanto sta accadendo in Rai preoccupa chi ha a cuore gli interessi del servizio pubblico, il pluralismo e le garanzie di un’informazione corretta in particolare alla vigilia di un appuntamento elettorale che riguarda oltre sei milioni di italiani che saranno chiamati alle urne in Calabria e in Emilia-Romagna domenica prossima». E continua «In diverse occasioni sono state segnalate, da più parti, violazioni del pluralismo richiamate anche dall’Agcom, recentemente, con un invito rivolto al riequilibrio dell’informazione del servizio pubblico. Auspichiamo un intervento deciso dei vertici del servizio pubblico, patrimonio di tutti i cittadini, per un riequilibrio della corretta informazione nel rispetto dei principi enunciati nel contratto di servizio».
«Il servizio pubblico non ha fatto il suo dovere», sostiene il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. «Mai così in basso, altro che libertà e autonomia», ha commentato il segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Se sia stata o meno una «distrazione» della Rai, è stata violata la legge che tutela la parità di trattamento dei singoli soggetti politici che dovrebbero avere le medesime possibilità di accesso ai mezzi di comunicazione di massa.