Prescrizione e vitalizi a rischio, il M5S invoca la piazza

Prescrizione

« Ricordate l’abolizione dei vitalizi? I professionisti della vecchia politica stanno cercando di farli rientrare dalla finestra». Così in un post su facebook il nuovo capo politico del M5S, Vito Crimi, ha annunciato una manifestazione pacifica in piazza, a Roma, il 15 febbraio, per difendere la misura-bandiera del Movimento. La Commissione Contenziosa del Senato dovrà infatti pronunciarsi sui 722 ricorsi di altrettanti senatori ed ex senatori che chiedono alla loro camera di appartenenza il restauro delle pensioni maturate.

LA STORIA DEL TAGLIO DEI VITALIZI

Il taglio era stato fortemente voluto dal Movimento 5 stelle che nel 2018, ad inizio legislatura, ne aveva chiesto la calendarizzazione in Parlamento. Il 12 luglio l’ufficio di presidenza della Camera, presieduto dal grillino Roberto Fico, aveva approvato la delibera che faceva scattare il ricalcolo del metodo di assegnazione del vitalizio, passando dal retributivo al contributivo. Il calcolo delle pensioni sarebbe dunque stato tarato sulla quantità di contributi versati nel corso delle legislature durante cui si è prestato servizio e non sulla media degli ultimi stipendi percepiti dal lavoratore prima di mettersi a riposo.

IL TAGLIO DEI VITALIZI IN NUMERI

Il risparmio stimato – e sbandierato dal Movimento – ammontava a una cifra putativa di 45,6 milioni di euro l’anno per la Camera e 22,2 milioni per il Senato. L’entrata in vigore del taglio, in programma per il 1° gennaio 2019, venne però posticipata dal traccheggiamento del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che, chiedendo tempo per ulteriori verifiche sulla legittimità dell’intervento, l’aveva posticipata al 16 ottobre.

LE RAGIONI DEI RICORRENTI

Le ragioni dei 722 sono state esposte, tra gli altri, da Maurizio Paniz, ex deputato di Forza Italia: «è certamente anticostituzionale poiché viola il principio di non retroattività dei provvedimenti». Dall’altro lato della barricata, invece, il M5S, attraverso il suo blog delle Stelle, chiede lo scioglimento della Commissione contenziosa per conflitto d’interesse: «tra i suoi componenti ci sono o persone che sono entrate in Parlamento molti anni fa e che quindi hanno tutto l’interesse a far decadere la disciplina attuale per godere personalmente del vitalizio maturato, oppure persone molto vicine ad altri ex senatori che attendono di poter riavere il privilegio». Ma la risposta di palazzo Madama, in tal senso, è stata secca: «gli organi di autodichiarazione – la Commissione contenziosa del Senato e il Consiglio di garanzia della Camera, ndr – sono organi giurisdizionali e, come tali, secondo quanto affermato dalla Corte Europea e dalla Corte Costituzionale, sono organi autonomi e indipendenti». «In ragione di ciò – si legge in uno stralcio della nota diramata dagli uffici del Senato e pubblicata da Il Sole 24 Ore – non è consentito al presidente del Senato qualsivoglia tipo di intervento o ingerenza sulle loro attività».

LA CHIAMATA ALLE PIAZZE DI LUIGI DI MAIO

Al Movimento 5 Stelle non resta dunque che la piazza. E se Crimi la invoca a gran voce, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio gli fa eco in un video su facebook: «Sapevamo che il sistema voleva cancellare le nostre leggi, ma allora c’è una sola risposta: il popolo italiano, che deve manifestare pacificamente contro questo osceno atto di restaurazione che inizia con questo atto di vitalizi. Io il 15 febbraio sarò con voi».

Per Di Maio, a rischio sarebbero anche la riforma della prescrizione – che ha sollevato maretta nella maggioranza – e il Reddito di cittadinanza. A margine del merito della questione c’è chi, come la senatrice pentastellata Paola Taverna, in questa battaglia vede un ritorno alle origini del Movimento, «come quando Beppe Grillo dalla piazza di San Giovanni lesse le Parole Guerriere, quando ci chiamò ad essere cittadini con gli elmetti».

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