Pisa, manganellate contro gli studenti: verifiche su una quindicina di agenti

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La Procura di Pisa ha aperto un fascicolo su quanto accaduto venerdì 23 febbraio, quando alcuni giovani manifestanti pro-Gaza sono stati presi a manganellate dalle forze dell’ordine. Tredici gli studenti feriti, dieci dei quali minorenni. Gli accertamenti sono stati assegnati ai Carabinieri. Intanto a Roma, nella serata del 25 febbraio, centinaia di studenti sono tornati in piazza per esprimere solidarietà a chi è stato aggredito. «Contro le vostre manganellate, Piantedosi dimettiti»: è quanto si leggeva sullo striscione in apertura della manifestazione, partita a pochi passi dal Viminale.

Le indagini

Un’intera squadra del Reparto mobile di Pisa potrebbe finire sotto inchiesta per l’uso eccessivo della forza contro gli studenti durante l’ultima manifestazione pro-Palestina. Circa quindici agenti, inclusi un capo squadra e un responsabile dell’ordine pubblico, potrebbero finire al centro delle indagini condotte dai Carabinieri a seguito della relazione inviata dalla Questura di Pisa ai magistrati.

L’informativa documenta le azioni degli agenti durante il corteo, anche con immagini scattate dalla durante gli scontri. Al vaglio anche i video in circolazione sui social, per capire se la reazione degli agenti era proporzionata o meno rispetto ai disordini generati dal corteo. Il Procuratore di Pisa, Giovanni Porpora, sta valutando l’iscrizione dei primi nomi nel fascicolo degli indagati, ancora senza ipotesi di reato. La situazione si complica con il coinvolgimento di tredici giovani feriti, dieci dei quali minorenni, e la possibile azione legale congiunta dei loro genitori.

Lo stesso potrebbe accadere a Firenze, dove sempre la mattina del 23 febbraio le forze dell’ordine hanno ferito cinque giovani manifestanti. Gli studenti che hanno ricevuto le manganellate stavano protestando a favore della Palestina vicino a piazza Ognissanti. A Pisa, le indagini potrebbero estendersi all’intera catena di comando responsabile della sicurezza durante la manifestazione non autorizzata. Parallelamente, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha richiesto un’indagine separata per identificare eventuali carenze nella gestione dell’evento.

Il monito di Mattarella

Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli, ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente. «Con i ragazzi, i manganelli esprimono un fallimento»: questo il severo monito che Sergio Mattarella ha rivolto in una telefonata a Matteo Piantedosi all’indomani delle cariche della polizia contro gli studenti a Pisa.

Un intervento insolito da parte del Quirinale su vicende riguardanti la gestione dell’ordine pubblico, dovuto probabilmente alla mancata risposta del governo di Giorgia Meloni (attualmente in visita a Kiev) ai recenti scontri in piazza. La maggioranza di centrodestra ha replicato: «Fratelli d’Italia difende le regole democratiche di convivenza che si basano sul diritto di manifestare e il dovere di farlo pacificamente e nel rispetto della legge. La sinistra che spalleggia i violenti è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito».

Dal governo si leva anche la voce del ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Siamo garantisti e per questo diciamo che la responsabilità è individuale. Le forze dell’ordine non si toccano perché donne e uomini che ogni giorno rischiamo la pelle per quattro soldi, hanno famiglie che li aspettano e magari non tornano», ha detto il vicepremier. «Questo non significa che chi sbaglia non deve essere sanzionato, ma la responsabilità è sempre e comunque individuale: se 1, 2 o 3 hanno sbagliato non possono pagare in migliaia».

Roma contro la violenza delle forze dell’ordine
Lo striscione esposto durante la manifestazione a Roma

Nella serata di ieri, domenica 25 febbraio, circa 800 persone sono scese in piazza a Roma per esprimere solidarietà a chi è stato aggredito. La mobilitazione è partita come sit-in davanti al Teatro dell’Opera. Un gruppo di studenti ha poi raggiunto il Viminale, tra fumogeni e richieste di dimissioni per Piantedosi. Non ci sono stati però momenti critici: i manifestanti sono tornati in piazza Beniamino Gigli, intonando cori per la Palestina.

In piazza anche il leader pentastellato Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti. L’evento è stato promosso dalla Rete degli studenti medi del Lazio, che chiede «uno stato democratico che rispetti il diritto alla manifestazione». Non si protestava solamente per i fatti di Pisa, ma anche per altri episodi simili, come quelli di Firenze e Catania.

Valentina Cappelli

Giornalista praticante e dottoressa in Giurisprudenza presso l'Università Cattolica di Milano. Aspirante giornalista televisiva, mi appassionano le tematiche di cronaca giudiziaria, politica, cultura e spettacolo.

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